Violenza sulle donne: un progetto per fermarla

23 marzo 2009 | 05:00
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Violenza sulle donne: un progetto per fermarla

donnaCreare una rete tra istituzioni per fermare la violenza sulle donne. E’ l’obiettivo del Progetto Artemide, nato dall’esigenza delle amministrazioni comunali e degli operatori sociali di far fronte ad un fenomeno presente sul territorio.

donnaCreare una rete tra istituzioni per fermare la violenza sulle donne. E’ l’obiettivo del Progetto Artemide, nato dall’esigenza delle amministrazioni comunali e degli operatori sociali di far fronte ad un fenomeno presente sul territorio.

“L’idea è partita dalle segnalazioni di casi di maltrattamenti piuttosto significativi in Brianza –  racconta Stefano Carugo, assessore ai Servizi sociali – ci siamo interrogati su come far fronte alle diverse situazioni di violenza. E così è emerso che esistevano già delle realtà che conoscevano in parte il fenomeno e se ne prendevano carico, centri di ascolto o di accoglienza in particolare, ma che ognuno lavorava in modo piuttosto isolato. Da qui abbiamo pensato di unire le forze per far fronte ad un fenomeno che anche sul nostro territorio è sempre più diffuso ma che è molto difficile riuscire ad identificare perché spesso le donne non denunciano la loro condizione se non quando sono allo stremo delle forze”.

Nel solo 2008 i casi di violenza in Brianza sono stati 220. Anche se resta difficile recuperare i dati sulla violenza, in Italia ogni tre morti violente una riguarda donne uccise dal marito, convivente o fidanzato. Secondo l’ultima indagine Istat sono circa 6milioni e 743 mila le donne dai 16 ai 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. In particolare il 24% di donne ha subito violenze sessuali e il 19% violenze fisiche mentre il 4,6% è stata vittima di stupri o tentati stupri. Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia ha subito almeno una violenza fisica o sessuale da parte del partner.

“La complessità di far emergere il problema – spiegano le operatrici del Cadom di Monza – è legata al fatto che ogni donna è diversa e si trova ad agire in contesti differenti, ciascuna ha una propria soglia di rottura rispetto alla sopportazione e alla sofferenza. Per questo alcune pongono fine alla relazione dopo il primo episodio, altre cercano per mesi o per anni di “cambiare” il partner e decidono di lasciarlo solo quando ogni altra strada è inutile. Oppure c’è chi inizia un percorso per uscire dalla situazione di violenza ma poi torna indietro”.

Il progetto Artemide, che ha ottenuto un finanziamento di 150 mila euro dal Ministero delle Pari Opportunità a cui si aggiungono altri 30mila euro da enti locali, si rivolge a diverse figure coinvolte come forze dell’ordine, medici e operatori sanitari, servizi sociali, parroci.

Si partirà con un’indagine sulla sensibilità e conoscenza dei bisogni delle donne maltrattate che sarà realizzata dalla Fondazione Bignaschi di Milano. Poi verrà effettuata una mappatura dei servizi esistenti sul territorio e promosso un percorso di formazione per chi dovrà lavorare con le donne vittime di violenza. L’obiettivo è di creare una rete di sostegno tra gli enti coinvolti (Asl Mi3, i Comuni dei distretti di Monza, Brugherio, Villasanta, Seregno, Besana Brianza, Vimercate, Procura della Repubblica di Monza, Cadom, Offerta sociale, Etass, cooperative La Grande Casa e Novo Millennio) dove si adottano le medesime modalità in modo da aiutare concretamente le donne che vogliono uscire dal tunnel della violenza.