Un appello ai risparmiatori traditi dai tango bond: non lasciate cadere tutto in prescrizione

Appena un anno fa il Tribunale di Monza accoglieva la domanda di alcuni risparmiatori che chiedevano alla Banca la restituzione del capitale investito in bond argentini negli anni 1999 – 2000. Oggi, tanti altri risparmiatori residenti nel territorio di Monza e Brianza che hanno investito i loro soldi nei bond argentini negli anni 1999 – 2000 rischiano, invece, se non prenderanno iniziative, di vedere decorrere il termine decennale di prescrizione dell’azione di risoluzione contrattuale e di perdere definitivamente i loro risparmi.
Appena un anno fa il Tribunale di Monza accoglieva la domanda di alcuni risparmiatori che chiedevano alla Banca la restituzione del capitale investito in bond argentini negli anni 1999 – 2000. Oggi, tanti altri risparmiatori residenti nel territorio di Monza e Brianza che hanno investito i loro soldi nei bond argentini negli anni 1999 – 2000 rischiano, invece, se non prenderanno iniziative, di vedere decorrere il termine decennale di prescrizione dell’azione di risoluzione contrattuale e di perdere definitivamente i loro risparmi.
Il crack finanziario dell’Argentina risale al dicembre del 2001 e ha coinvolto, secondo informazioni provenienti dalla Task Force Argentina, associazione interbancaria avente l’obiettivo di tutelare gli interessi degli investitori privati coinvolti nel default di emittenti argentini, circa 430.000 investitori italiani. Secondo le stime elaborate dall’Associazione Bancaria Italiana l’85% circa dei titoli di debito argentini circolanti in Italia sarebbe detenuto da investitori privati.
Nell’audizione che la Consob ha tenuto dinanzi alla Camera dei deputati il 27 aprile 2004 sono state chiarite ampiamente le modalità e le cause dell’ampia diffusione delle obbligazioni in commento presso la clientela privata. In primo luogo, tale diffusione è stata certamente determinata dalla natura di tali titoli che, in quanto emessi da uno Stato sovrano, hanno ingenerato un particolare affidamento circa la solvibilità del debitore; secondariamente dall’iniziativa degli intermediari finanziari, che spesso hanno proposto l’investimento a soggetti assolutamente inadeguati (il testo integrale della Relazione Consob sulla diffusione in Italia di obbligazioni pubbliche argentine è disponibile sul sito www.consob.it).
E’ proprio a fronte dell’inadeguatezza dell’investimento proposto dall’intermediario finanziario che il Tribunale di Monza, come pure tanti altri Tribunali italiani, con sentenza del 4 giugno 2008, ha condannato una banca alla restituzione del capitale investito in favore di risparmiatori che non solo non avevano alcun intento speculativo, ma che non erano stati previamente informati delle caratteristiche del prodotto.
Ultimamente da più parti si è fatto appello ai consumatori affinché non lascino decorrere il termine prescrizionale di dieci anni dall’investimento onde poter agire contro la Banca ed ottenere la restituzione del capitale investito. Chi scrive si associa a tale appello e ricorda a coloro che sono rimaste vittime del crack argentino che per interrompere la prescrizione è sufficiente inviare una semplice raccomandata alla Banca indicando di riservarsi un’eventuale azione legale.
Per maggiori informazioni nel territorio di Monza e Brianza, il Comitato Parcheggio di Arcore, in persona del suo rappresentante Gianluca Morelli, con la collaborazione dello Studio Legale Cavaiuolo – Perillo di Monza offre ai risparmiatori una valutazione gratuita della propria posizione, all’esito della quale verrà espresso motivato parere circa la sussistenza dei requisiti per un’eventuale azione giudiziale. Contatti: Comitato Parcheggio Arcore, www.comitatoparcheggioarcore.blogspot.comoppure lo Studio Legale Cavaiuolo – Perillo di Monza, via Romagna 57, tel. 039.2622265, www.studiolegalemonza.it.