Limbiate, 17 minuti senza ossigeno: giovane 23enne si risveglia dalla morte

Per diciassette interminabili minuti il suo cuore ha smesso di battere. E i medici lo hanno dato per morto. Invece, come accade solo nelle favole di Natale, Daniele Nasto, 23 anni, si è risvegliato dal coma. E ora sta benissimo.
Per diciassette interminabili minuti il suo cuore ha smesso di battere. E i medici lo hanno dato per morto. Invece, come accade solo nelle favole di Natale, Daniele Nasto, 23 anni, si è risvegliato dal coma. E ora sta benissimo.
Ieri l’elettricista di Limbiate ha trascorso l’intera giornata a ricevere i parenti nella sua stanza nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, a chiacchierare al cellulare con la fidanzata e a mandare sms di auguri agli amici. Allegro, pronto come sempre alla battuta, ha avuto un sorriso e una stretta di mano per tutti.
I primi a non crederci, e a gridare al miracolo, sono i medici del 118 che venerdì scorso lo hanno soccorso. Daniele era al lavoro a Paderno Dugnano. Alle 9 del mattino, all’improvviso si è accasciato ed è caduto a terra, privo di sensi. I primi a soccorrerlo e a rendersi conto della gravità delle sue condizioni sono stati i colleghi di lavoro: il giovane aveva avuto un arresto cardiaco, aveva perso conoscenza e non respirava più.
I medici del 118 hanno fatto di tutto per strapparlo alla morte: prima gli hanno praticato un massaggio cardiaco. Poi hanno tentato con il defribillatore. Solo all’ottavo tentativo, il cuore di Daniele ha ripreso a battere. Ma ormai erano passati 17 lunghissimi minuti: troppo per sperare che il suo cervello, privato così a lungo dell’ossigeno, non avesse subito danni irreparabili.
Il giovane è stato trasportato nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo. Ma i medici avevano avvertito i genitori, invitandoli a rassegnarsi e a non farsi illusioni: le possibilità che Daniele sopravvivesse erano ridotte al lumicino. E, se anche fosse rimasto in vita, i danni al cervello sarebbero stati così gravi che non avrebbe più ripreso conoscenza.
Invece, il giovane – contro ogni aspettativa – si è risvegliato dal coma. E, come in un miracolo di Natale, ora sta benissimo. «Quando Daniele ha riaperto gli occhi –racconta il padre Ciro – ci ha sorriso. Poi, si è guardato attorno, e ci ha chiesto: dove sono? Che cosa mi hanno fatto? Perché mi hanno legato mani e piedi? Voglio tornare a casa».
I primi ad avere le lacrime agli occhi, per la commozione e lo sbalordimento, sono stati i medici: «Daniele – spiega il medico che lo ha avuto in cura – è ancora in stato confusionale e ci vorrà ancora qualche giorno prima che il suo recupero sia pieno. Diciassette minuti senza ossigeno sono un tempo insostenibile. Le sue condizioni fisiche sono un fatto che la scienza non riesce a spiegare».
Chi invece non ha mai avuto dubbi sono i suoi amici, tifosi sfegatati, come lui, dell’Inter: «Daniele è un uomo tutto d’un pezzo – hanno scritto su un biglietto – e ha un coraggio da leone: niente lo piega, niente lo spezza». Ed è stato proprio quel che è accaduto.