Villasanta, disastro ambientale: ecco la storia della Lombarda Petroli

24 febbraio 2010 | 17:44
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Villasanta, disastro ambientale: ecco la storia della Lombarda Petroli

La Lombarda Petroli è un’azienda storica, nata sul finire della Seconda Guerra mondiale e capace, nel 1965, dopo l’accordo con la francese Total, di pompare qualcosa come un milione e mezzo di tonnellate di combustibile.

La Lombarda Petroli è un’azienda storica, nata sul finire della Seconda Guerra mondiale e capace, nel 1965, dopo l’accordo con la francese Total, di pompare qualcosa come un milione e mezzo di tonnellate di combustibile.

villasanta-LombardapetroliGiuseppe Tagliabue, 54 anni, presidente della Lombarda Petroli, è rimasto, insieme al cugino Rinaldo, a dirigere l’impresa dopo che lo zio, il fondatore dell’attività, si è ritirato a vita privata. La prima svolta, per la Lombarda Petroli, è datata 1984, quando la raffineria chiude, con buona pace dei suoi 220 operai, e si trasforma in un deposito di stoccaggio di idrocarburi in conto terzi: petrolio, combustibile e gasolio.

Nel 2004, il secondo colpo di scena, i Tagliabue firmano un accordo storico con l’amministrazione comunale di Villasanta: la Lombarda Petroli, circa 330mila metri quadrati, corrispondenti a circa un terzo del territorio comunale, verrà dismessa.

Al suo posto vedrà la luce una nuova città: case, uffici, attività produttive, terziario e, nel mezzo, un parco a punta di diamante. Un restyling che, ultimato, avrebbe un valore stimato tra i 25 e i 50 milioni di euro.

Della partita è Addamiano srl, società immobiliare di Nova Milanese, che progetta un cantiere futuristico: “Eco City Villasanta”. L’accordo è chiaro: Addamiano bonifica l’area, Lombarda Petroli paga.

Sorgono le prime crepe nell’intesa: Addamiano chiede di rivedere il piano licenziato dal comune di Villasanta, trasformando 30mila metri quadrati da uffici a case. Nel frattempo, dopo 15 anni di governo di centrosinistra, in paese, è la volta di una nuova giunta di centrodestra.

Infine, alla Lombarda Petroli scade la convenzione per continuare a utilizzare i 100mila metri quadrati rimasti come deposito di idrocarburi.

Quindi, ieri, il sabotaggio.