Ristoranti brianzoli? Sempre più spesso sono gestiti da cuochi cinesi ed egiziani

La luganega? La cutuleta alla milanes? Sempre più spesso accade che a prepararla in cucina ci sia un cuoco cinese o indiano. E che addirittura ad aprirci la porta ci sia un oste egiziano o maghrebino. Altro che cucina tipica, dunque. Ormai anche tra i locali «tipici» della Brianza regna il «melting pot culinario».
La luganega? La cutuleta alla milanes? Sempre più spesso accade che a prepararla in cucina ci sia un cuoco cinese o indiano. E che addirittura ad aprirci la porta ci sia un oste egiziano o maghrebino. Altro che cucina tipica, dunque. Ormai anche tra i locali «tipici» della Brianza regna il «melting pot culinario».
A metterci in tavola questa novità è uno studio della Camera di commercio di Monza e Brianza. Se in Italia i locali tipici gestiti da extracomunitari sono 6mila, in Lombardia i locali di cucina lombarda gestiti da stranieri sono ben 1800. Con una punta davvero alta proprio a Monza e Brianza: ben 122. Pare proprio che i ristoranti tipici gestiti da italiani autoctoni siano una rarità. Basti pensare che e attività di ristorazione tradizionale con titolare extracomunitario a Milano sono 876, a Brescia 234, a Bergamo 164.
E tuttavia, i primi a essere interessati a mantenere intatta la tradizioni e i valori culinari locali, sono proprio i titolari dei locali. Proprio per questo osti e ristoratori senegalesi, marocchini e cingalesi si sono iscritti in massa al primo master di enogastronomia brianzola, promosso dalle Camere di commercio di Monza e Brianza e di Lecco, in collaborazione con Regione Lombardia, realizzato da Fondazione Emilia Vergani.
«I prodotti e i piatti tipici – ha spiegato Luigi Nardi, Vice Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – rappresentano degli attrattori turistici importanti, raccontano l’identità di un territorio, e sono in grado di dare un valore aggiunto al turismo, e, in alcuni casi, veicolare flussi turistici di nicchia legati alle vie del gusto. Come Camera di commercio di Monza e Brianza, già da tempo, stiamo valorizzando questo patrimonio fatto dall’impresa diffusa della ristorazione e ricettività».
«Come realtà che opera attivamente nel nostro territorio – ha sottolineato Jacopo Vignali, consigliere della Fondazione Emilia Vergani – siamo attenti a chi oggi rappresenta l’eccellenza nelle nostre province. Il master è un’occasione unica per far incontrare chi vede nell’enogastronomia una possibilità di attività su cui investire, soprattutto quei giovani che possono farne il loro lavoro, e fuoriclasse della ristorazione e dell’agroalimentare, il cui patrimonio di sapere è un bene di formidabile valore».
Il master di enogastronomia partirà il prossimo 15 marzo. E tra gli alunni in tanti avranno gli occhi a mandorla o la pelle scura. Ma a tenere lezione ci saranno i migliori cuochi e gourmet della Brianza: come Carlo Casati della macelleria tipica Pinuccio di Sartirana, Mauro Elli de Il Cantuccio di Albavilla, Gilberto Farina de La piana di Carate, Theo Penati di Pierino Penati di Vigano, Pietro Disabato de La Cambusa di Cinisello, Marco Gatti, giornalista, Pietro Milo del Nesis di Cesano Maderno e presidente Ais di Monza e Brianza, Giancarlo Morelli del Pomiroeu di Seregno. Info: 039.2807467; fanciulli.marta@mb.camcom.it; www.mb.camcom.it.