Camera commercio di Monza: “I lombardi rinunciano a tutto ma non al design”

31 ottobre 2010 | 23:00
Share0
Camera commercio di Monza: “I lombardi rinunciano a tutto ma non al design”

mia-esposizioneLa crisi economica si fa ancora sentire, ma il design rappresenta un punto fermo: è questo il quadro emerso sabato mattina in Villa Reale dove ha fatto tappa il Festival del design con un estratto della Collezione Bruno Munari “Da cosa nasce cosa”. Camera di commercio ha infatti elaborato uno studio che sottolinea come le famiglie lombarde siano disposte a rinunciare a tutto, o quasi, ma non a mobili, gioielli e abiti griffati.

mia-esposizioneLa crisi economica si fa ancora sentire, ma il design rappresenta un punto fermo: è questo il quadro emerso sabato mattina in Villa Reale dove ha fatto tappa il Festival del design con un estratto della Collezione Bruno Munari “Da cosa nasce cosa”. Camera di commercio ha infatti elaborato uno studio che sottolinea come le famiglie lombarde siano disposte a rinunciare a tutto, o quasi, ma non a mobili, gioielli e abiti griffati.

I dati dicono che una famiglia è disposta a spendere circa 400 euro in più all’anno. In particolare, oltre la metà dei lombardi è disposta a spendere fino al 30% in più e il 3% pur di acquistare un prodotto di design piuttosto che uno anonimo è disposta a spendere anche il 50% in più.

“Creco che nell’epoca della globalizzazione – commenta Carlo Valli, presidnete della Camera di commercio -, sia necessariuo porre il design al centro della discussione, mettendo in rete il know how e superando i confini territoriali e di appartenenza al fine di rendere i prodotti delle vere e proprie creazioni”. Fra Milano, Monza e Como le imprese che fanno design sono quasi 30 mila, vale a dire il 43% del totale, e il valore del brand è di circa 90 miliardi di euro. Insieme, hanno rivolto un appello al governo: maggiori sgravi fiscali e un rapporto meno complicato con le banche.