Centri massaggi cinesi nel mirino della Lega: a Monza in arrivo nuove norme

A mettere in evidenza il fenomeno dei centri massaggi cinesi ci aveva pensato la Camera di commercio di Monza e Brianza che, dati alla mano, il 20 agosto ne sottolineava la crescita esponenziale. Un benessere, quello cinese, definito dall’istituzione brianzola come “Low cost”, a basso prezzo, ma che non metteva in luce l’altra faccia della medaglia, ciò che a volte succede dietro alcune di quelle tendine.
A mettere in evidenza il fenomeno dei centri massaggi cinesi ci aveva pensato la Camera di commercio di Monza e Brianza che, dati alla mano, il 20 agosto ne sottolineava la crescita esponenziale. Un benessere, quello cinese, definito dall’istituzione brianzola come “Low cost”, a basso prezzo, ma che non metteva in luce l’altra faccia della medaglia, ciò che a volte succede dietro alcune di quelle tendine.
Ci ha pensato la Lega Nord sabato mattina durante una conferenza stampa che ha messo in evidenza le illegalità legate a questo fenomeno. È già successo a Bologna, ma anche in Toscana, in Lombardia sta accadendo in contemporanea a Monza a Brescia: portabandiera della crociata contro i centri massaggi cinesi è sempre la Lega Nord e in quel di Teodolinda in prima fila ci sono Massimiliano Romeo, consigliere regionale, e Simone Villa, assessore alla sicurezza.
L’idea? «Semplice – replicano – Non far rientrare più questo tipo di attività nella categoria commerciale “benessere della persona”, ma tra quelle di “estetica” così che anche loro debbano sottostare a delle regole più precise, come avere degli orari più limitati o l’obbligo di dotarsi di personale qualificato e diplomato». Per fare questo Villa presenterà nei prossimi giorni in Giunta una proposta che andrà a cambiare il regolamento comunale (Gargantini, assessore al commercio, si è già detto favorevole, ndr), l’iter quindi prevederà che la modifica arrivi in Consiglio comunale e se anche lì passerà, per i cinesi a Monza sarà più difficile aprire centri massaggio che a volte nascondono veri e propri luoghi di prostituzione. Inoltre una volta fatta questa legge, il Consiglio della regione dovrà obbligatoriamente entro sei messi discuterne, in caso di adozione, Monza risulterebbe capofila in materia.
«Il fenomeno sta avendo in città una crescita preoccupante – sottolinea Romeo – Nell’ultimo anno sì è passati da 3 a 15 centri gestiti da cinesi, e non tutti, come è noto, fanno solo massaggi. Proprio per evitare di danneggiare quelli che operano nella legalità, abbiamo deciso di fare delle leggi più precise, così che non ci siano coni d’ombra di cui approfittare. Ci tengo a dire che non si sta stigmatizzando il centro orientale di per sé, ma coloro che vengono in Italia per gestire attività illegali».