Desio, una piazza per ricordare Ambrogio Mauri e il suo No alle tangenti

30 ottobre 2010 | 04:30
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Desio, una piazza per ricordare Ambrogio Mauri e il suo No alle tangenti

mauri-monumento-1mbDavanti all’azienda di famiglia, in via Caravaggio, c’è un piccolo monumento dedicato alla sua memoria, voluto dai figli Carlo e Umberto. Ma un anno e mezzo fa, quando fu inaugurato, erano davvero pochi i desiani presenti.

mauri-monumento-1mbDavanti all’azienda di famiglia, in via Caravaggio, c’è un piccolo monumento dedicato alla sua memoria, voluto dai figli Carlo e Umberto. Ma un anno e mezzo fa, quando fu inaugurato, erano davvero pochi i desiani presenti.

Adesso che la vicenda drammatica di Ambrogio Mauri è tornata alla luce, non solo sui giornali ma anche e soprattutto sul palcoscenico nazionale di Report, c’è chi vuole riparare alla sostanziale indifferenza nei confronti di chi ha sacrificato la sua vita (sparandosi) per urlare il suo no al “sistema delle stecche”, cioè quelle tangenti che dominavano allora e probabilmente non hanno mai smesso di dominare la nostra società. mauri-monumento-mbIn consiglio comunale a Desio, infatti, è stata avanzata la proposta di dedicargli una via, una piazza, qualcosa che possa ricordare la memoria di questo imprenditore onesto e coraggioso, la cui azienda di autobus trovava sempre i bastoni fra le ruote, per il cancro della corruzione. L’ha avanzata il consigliere Idv Francesco Sicurello, ma l’hanno sostenuta anche i colleghi Paolo Smorta di Desio Viva (che ha mostrato in aula uno stralcio del filmato di Report) e Fabio Arosio degli Indipendenti, uno dei pochi sempre vicini alla famiglia. Nessun riscontro, al momento, dal sindaco Giampiero Mariani (del resto, c’è chi ancora attende le intitolazioni promesse per chi ha sacrificato invece la vita sull’altare della lotta alle mafie).

Di certo, la ribalta televisiva concessa dalla ex desiana Milena Gabanelli è servita per far riemergere una vicenda che sembrava dimenticata. E ha dato il giusto sostegno ai figli, che hanno preso in pieno l’eredità del padre: non solo quella aziendale, ma anche quella etica di chi dice “no” a certe cose, preferendo specializzarsi in nicchie di mercato particolari.

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Ecco parte della lettera che lasciò Ambrogio Mauri ai famigliari, prima dell’estremo gesto:

Auguro, a chi continua a resistere, di avere maggiore fortuna di me. Potrà sembrare un atto di egoismo. Non è così, sono proprio stufo di lottare ogni giorno contro la stupidità e la malafede e non capisco se è incompetenza. Come tanti, ho cercato di fare il mio dovere, di uomo, di imprenditore. Sempre. Abituato ad essere uno che guardava avanti con fiducia, ora, dopo tangentopoli tutto è tornato come prima. Più raffinati. Forse chissà, saranno anche onesti. C’è chi rinuncia alla vita perché non riesce a lavorare per troppa trasparenza. Il mio vuole essere un gesto estremo della protesta di chi si sente isolato dalla così detta società Civile.

P.S. Se fosse possibile vorrei essere il primo sepolto nel nuovo cimitero per essere più vicino al luogo dove ho lavorato e sofferto molto{/xtypo_rounded2}