
Mentre si tessono le fila di un giallo per niente inaspettato, in attesa che la giuistizia faccia, o non faccia, (è recentissima la notizia che i Tagliabue potrebbero essere rinviati a giudizio solo per irregolarità fiscale e non per disastro ambientatle) il suo corso; il nostro fiume Lambro, placido e tenero nella propria cattiva sorte, piange lacrime multicolore e sporche come la codardia e l’incivilità di qualcuno.
Mentre si tessono le fila di un giallo per niente inaspettato, in attesa che la giuistizia faccia, o non faccia, (è recentissima la notizia che i Tagliabue potrebbero essere rinviati a giudizio solo per irregolarità fiscale e non per disastro ambientatle) il suo corso; il nostro fiume Lambro, placido e tenero nella propria cattiva sorte, piange lacrime multicolore e sporche come la codardia e l’incivilità di qualcuno.
La ricosruzione dei fatti fornita dalla Procura non lascia troppi margini di interpretazione, l’evasione fiscale è all’ordine del giorno e l’odore di maxi sanzione, probabilmente, in quel della Lombarda Petroli aveva sovrastato anche la più tenace esalazione petrolifera.
Ciò che spiazza, piuttosto, è la leggerezza con cui si sono consegnate al Lambro 2.600 tonnellate di idrocarburi, sancendo, di fatto, la morte di centinaia di animali e compromettendo e avvelenando anche le acque del fiume Po e, in parte, quelle del Mare Adriatico.
In questo anno, necessario per trovare il bandolo della matassa, anche se la ricostruzione è forse più ovvia di quanto ci si aspettasse, le acque del principale corso brianzolo si sono tinte di bianco (due volte) e di rosso fragola; hanno accolto proprio malgrado detersivi e prodotti per chewing gum, ma anche sigarette, scontrini accartocciati, sacchetti di plastica e quant’altro e il tutto in perfetto silenzio o quasi, come fosse una prassi da seguire, una sorta di lungo, stretto e liquido cesso, ma senza lo scarico.
Ora la palla passa ai magistrati, è tempo di interrogatori, confessioni e accuse, è tempo di «stringere il cerchio», come hanno detto i membri della commissione parlamentare sui rifiuti illeciti, è tempo di procedere. Sarà, eppure quello che pare certo, mentre attendiamo fiduciosi l’incedere della giustizia, è che il nostro Lambro avrebbe un gran bisogno di tornare a sorridere.
Nell’immagine sopra, il Lambro poco dopo l’immissione di Petrolio facendolo apparire nero. Nell’immagine sotto nel recente sversamento di detersivi che lo hanno reso bianco.
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