Monzese nell’inferno di Tokio. «Vedevo i grattacieli oscillare come canne al vento»

10 marzo 2011 | 23:04
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Monzese nell’inferno di Tokio. «Vedevo i grattacieli oscillare come canne al vento»

erica_borileEcco il racconto di Erica Borile, trent’anni, originaria di Monza, in Giappone per lavoro, che racconta la sua testimonianza vissuta in prima persona dal centro di Tokio durante la scossa di 8.9 gradi della scala Richter avvenuta oggi, 11 marzo.

erica_borileEcco il racconto di Erica Borile, trent’anni, originaria di Monza, in Giappone per lavoro, che racconta la sua testimonianza vissuta in prima persona dal centro di Tokio durante la scossa di 8.9 gradi della scala Richter avvenuta oggi, 11 marzo.

«Ero in mezzo alla strada quando è cominciato. Ho visto i fili della corrente tremare più del solito e come un tintinnio di sottofondo. Pensavo fosse il vento invece erano i vetri dei palazzi attorno che tremavano. Ho capito quando ho visto la gente intorno a me scappare fuori dagli edifici. Devo congratularmi con i giapponesi per la calma e il sangue freddo con cui hanno affrontato la cosa. Io mi sono bloccata nel mezzo dell’incrocio, lontana a sufficienza da cavi elettrici e palazzi per non essere troppo in pericolo, ma spaventata a morte. Vedevo i grattacieli intorno a me oscillare come canne al vento, per un momento ho temuto il peggio. Mi sono sfilata i tacchi alti pronta a correre verso il palazzo imperiale, punto di fuga di emergenza più vicino a noi (siamo nel centro di Tokyo). Quel minuto è durato all’infinito, mentre pensavo alla mia famiglia e a tutti quelli che conosco qui. Per fortuna qui a Tokyo i danni sono stati contenuti, ma nel nord del Paese pare sia molto più seria la situazione. Il paradosso è che le prime immagini ci arrivano da Cnn e altri mezzi di informazione stranieri. Siamo ancora isolati telefonicamente tranne brevi sprazzi, e le scosse di assestamento continuano. Grazie a dio la rete funziona e stiamo lentamente mettendoci in contatto con amici e famiglia sia in Giappone che (come nel mio caso) all’estero».

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