Ambrosini :«per un’Arcore più viva la cultura deve essere un investimento»

Ce lo si poteva aspettare. Alessandro Ambrosini punta forte sulla cultura per il futuro di Arcore. D’altra parte PopArc, la lista civica con cui si candida sindaco di Arcore nelle prossime elezioni, nasce come associazione politica e, soprattutto, culturale. Continuità, entusiasmo e qualità: queste le parole chiave dell’Ambrosini pensiero, che non nasconde di avere un progetto «da urlo» per il futuro di Villa Borromeo.
Ce lo si poteva aspettare. Alessandro Ambrosini punta forte sulla cultura per il futuro di Arcore. D’altra parte PopArc, la lista civica con cui si candida sindaco di Arcore nelle prossime elezioni, nasce come associazione politica e, soprattutto, culturale. Continuità, entusiasmo e qualità: queste le parole chiave dell’Ambrosini pensiero, che non nasconde di avere un progetto «da urlo» per il futuro di Villa Borromeo.
Il leader di PopArc parte da un presupposto fondamentale: «La cultura deve essere considerata un investimento per il futuro, non qualcosa di fine a se stesso – ha esordito Ambrosini – basti pensare all’indotto economico che possono generare le diverse manifestazioni». Già, perché la congiuntura economica non è di certo favorevole, ed ogni occasione «deve essere sfruttata per rilanciare il mercato del territorio». Niente utopie o sogni proibiti, parola d’ordine è concretezza: «Si deve iniziare dai piccoli eventi, costruiti senza grandi spese ma che possano coinvolgere attivamente i cittadini. Quantità e qualità prima di tutto, solo così si può costruire una rete culturale ed una mentalità partecipativa». Tanti eventi «a costo praticamente zero» ma anche una grande manifestazione, che possa rendere Arcore riconoscibile nel panorama della Brianza: per questo Ambrosini pensa all’Arcore Street Festival, evento che ogni anno, a giugno, anima le vie cittadine con musica, balli e artisti di strada. «Bisogna trovare il modo di far fare un salto di qualità a questo festival, che può essere una grande operazione di marketing, oltre che spettacolo e divertimento».
Il discorso scivola poi sulla Villa Borromeo, che Ambrosini vede nell’ottica di «una rete con il parco, le scuderie e gli edifici del municipio». È sotto gli occhi di tutti che la Villa necessiti d un restauro, ma il comune non può certo permettersi certe spese: «Come amministrazione possiamo occuparci degli interventi di emergenza, su tutte la questione delle infiltrazioni dal tetto». Sul progetto a lungo termine il candidato sindaco ha il colpo in canna: un bando di project financing, simile a quello tra ex Olivetti e Brera, che vedrebbe la Villa come sede di master universitari. «L’idea è portare nella Villa dei corsi universitari che possano essere utili per Arcore, ad esempio un master sulla gestione dei beni culturali». Il parco nel suo complesso diventerebbe un campus universitario, aperto ai cittadini e «disponibile per mostre, eventi e convegni». L’idea è buona, e la breve esperienza con l’accademia di Brera sembra esserne la prova: l’ostacolo però potrebbe giungere dalla decadenza attuale dell’infrastruttura.