Arcore, le elezioni del rinnovamento: è il turno dei giovani?

C’è aria di rinnovamento. Dopo anni in cui la politica cittadina è stata dominata dai soliti volti noti, ad Arcore si fanno strada i giovani. In tutte le liste trovano spazio uno o più under 30, tra chi è alla prima esperienza e chi invece, di gavetta, ne ha già fatta tanta. Al di la di ogni divisione partitica o ideologica il grido comune è sempre lo stesso: il paese ha bisogno di cambiamento, ed i giovani possono e devono fare la loro parte.
C’è aria di rinnovamento. Dopo anni in cui la politica cittadina è stata dominata dai soliti volti noti, ad Arcore si fanno strada i giovani. In tutte le liste trovano spazio uno o più under 30, tra chi è alla prima esperienza e chi invece, di gavetta, ne ha già fatta tanta. Al di la di ogni divisione partitica o ideologica il grido comune è sempre lo stesso: il paese ha bisogno di cambiamento, ed i giovani possono e devono fare la loro parte.
Si parte quindi con PopArc e Alessandro Ambrosini, il candidato sindaco più giovane alla guida di una lista altrettanto giovane: «Bisogna creare le condizioni ideali in cui i ragazzi possano esprimere il loro potenziale – ha esordito Ambrosini – senza limitarsi alle solite fittizie politiche giovanili». Conorsi pubblici, bandi, coinvolgimento ed una spallata alla “gerontocrazia”: «Il vero problema è che in Italia un trentenne sia considerato un pivello, e non una risorsa». Di pivelli, allora,ce ne sono anche nella Lega Nord: quattro gli under 30 in lista, tra questi Edoardo Radaelli: «Il nostro obiettivo è creare una rete di coinvolgimento – ha spiegato il candidato consigliere – valorizzando le attività sportive e le occasioni di incontro». Nuove strutture sportive e un associazionismo più efficace, queste le soluzioni proposte dal 26enne del Carroccio. Gli fanno eco i ragazzi dei Viking, il movimento dei giovani padani arcoresi, che mettono l’accento sull’uso delle nuove tecnologie e del radicamento nel territorio. Sembra essere d’accordo anche Alessandro Gazza, 27 anni ed una candidatura nel Pdl: «C’è una sensazione di disorientamento, non si riesce a creare un filo diretto con l’amministrazione». Rositani, da blogger navigato, punta forte sull’innovazione: «Contiamo di creare nuove forme di coinvolgimento, sfruttando al massimo quanto ci offre il mondo delle tecnologie». Questo significa consigli comunali online, rete wireless nei luoghi più frequentati e, se gli arcoresi lo voteranno, un assessore alla Cultura di 21 anni, Martina Albani.
Roberto Mollica Bisci, insieme ad Ambrosini, veste il ruolo dell’uomo di esperienza: «Dopo questi cinque anni non posso considerarmi nuovo alla politica» ha spiegato il 27enne del Pd, che ritiene fondamentali i luoghi di incontro: «Una nuova biblioteca più funzionale, un centro storico vivibile e vissuto, ed un associazionismo più efficente» ha spiegato Bisci, ribadendo un concetto già espresso dal ventenne democratico Stefano Rovida. I volti nuovi non mancano di certo, il mix di esperienza e giovinezza sembra promettere bene, resta però da vedere se davvero i giovani cittadini di Arcore provano interesse e amore per la città in cui vivono.