Picozzi: «De Luca sei sindaco di Limbiate». E lui in studio «Ah sì? Grazie»

Era nel suo studio a lavorare quando ha ricevuto la notizia della vittoria alle elezioni e a dargliela è stato proprio Eugenio Picozzi, il suo antagonista, quando si era arrivati allo spoglio delle prime 10 sezioni e ormai l’esito della battaglia elettorale era deciso.
Era nel suo studio a lavorare quando ha ricevuto la notizia della vittoria alle elezioni e a dargliela è stato proprio Eugenio Picozzi, il suo antagonista, quando si era arrivati allo spoglio delle prime 10 sezioni e ormai l’esito della battaglia elettorale era deciso.
«Una vittoria non del tutto inaspettata – ha così commentato Raffaele De Luca – A Limbiate abbiamo capito che ce l’avremmo potuta fare, anche se partivamo da una posizione di svantaggio (al primo turno aveva perso)». E poi «Picozzi sarebbe stato un buon sindaco – ha aggiunto De Luca – Solo che la gente ha scelto me: adesso lavoreremo assieme in Consiglio comunale, ognuno nel ruolo istituzionale che gli spetta».
De Luca anche oggi, nel giorno della vittoria, ha evidenziato il suo stile di serio lavoratore, dedicandosi ai suoi pazienti fino alla fine della giornata lavorativa: «Festeggerò questa sera, ma soprattutto domani sarò già impegnato per realizzare il programma per cui i Limbiatesi mi hanno scelto».
Qualche rimpianto e qualche domanda, invece ce l’ha Eugenio Picozzi che aveva vinto il primo turno con 5 punti percentuali in più rispetto al suo avversario: «I motivi della sconfitta non sono ancora chiari, ma sicuramente il terzo polo non ha votato compatto per me e, poi, abbiamo subito anche noi questa generale avversione all’asse Pdl – Lega, nonostante io mi presentassi come esponente di una lista civica».
I due candidati, che entrambi hanno sempre lavorato per la città nel mondo del volontariato, si sono stretti la mano (in senso figurato), ma non è mancata una frecciatina di De Luca che ha affermato «la gente, forse, non ha apprezzato la scelta di Picozzi di candidare oltre al figlio anche il fratello, dando un’impressione sbagliata, di accentrare tutto nelle loro mani, un po’ come aveva fatto Romeo».
«Ma che impressione? – ha replicato Picozzi – La famiglia è un valore e se fossi diventato sindaco i limbiatesi avrebbero saputo che avrebbero potuto contare su persone fidate e conosciute».