Varedo, al faccia a faccia all’oratorio della Valera si arriva quasi alle mani

La premessa era stata: ognuno abbia rispetto delle opinioni altrui. No ai fischi da osteria e al tifo da stadio, ci si comporta da persone civili. E meno male. Perché per poco non si è finiti alle mani al faccia-a-faccia che si è svolto venerdì sera nel salone polivalente dell’oratorio della Valera.
La premessa era stata: ognuno abbia rispetto delle opinioni altrui. No ai fischi da osteria e al tifo da stadio, ci si comporta da persone civili. E meno male. Perché per poco non si è finiti alle mani al faccia-a-faccia che si è svolto venerdì sera nel salone polivalente dell’oratorio della Valera.
La colomba della discordia. Giacomo Mantegna, candidato sindaco per Varedo Anchi’io, aveva appena concluso il suo intervento in cui aveva fatto dell’ironia sulle colombe (pasquali) donate da un partito avversario durante i banchetti elettorali. Poco importa che Maurizio Colombo, della lista civica Uniti per Varedo, in quel momento stesse raccontando – tra l’altro in anteprima – che c’era un nuovo, grande gruppo immobiliare interessato all’acquisto dell’area ex Snia: il candidato di “Varedo Anch’io” rivolgendosi a una persona seduta tra il pubblico ha urlato: «Lei mi sta minacciando». Manco il tempo di finire la frase che il Mantegna Furioso, sobbalzato dalla sedia, ha abbandonato il palchetto e si è lanciato come un proiettile verso il suo “nemico”. Sono dovuti intervenire i carabinieri e il comandante della polizia locale presenti in sala per calmare gli animi. L’uomo è stato accompagnato fuori dalla sala, ma prima di uscire ha promesso, rivolgendosi a Mantegna, «Ti aspetto fuori». Immediate le scuse: «Mi spiace, ma se uno mi manda a cagare non lo posso tollerare. Mentre parlavo di colombe, tra l’altro, l’uccello della pace». Per fortuna la faccenda si è conclusa all’insegna del “volemose bene” e al termine del faccia-a-faccia i due si sono riappacificati con una stretta di mano.
Mantegna e il one man show. Rissa sfiorata a parte, il candidato di Varedo Anch’io si è rivelato il mattatore (probabilmente inconsapevole) della serata. «Non condivido quasi nulla degli altri programmi – ha risposto quando è stato chiesto ai quattro candidati di dire che cosa non condividevano dei programmi elettorali degli avversari – Sono programmi pieni di parole, sembra quasi che siano stati scaricati dai siti dei partiti e adattati a Varedo. Ci manca solo che dicano se uno deve indossare gli slip o i boxer». Ma con la sua spontaneità è stato anche quello che ha avuto più applausi dal pubblico. «Cosa farò per i giovani? Devono essere i giovani a dirmelo». La stessa risposta l’aveva usata già in altre occasioni, assicurando anche di andare a trovare tutte le famiglie varedesi per conoscere le loro esigenze (qualcuno, però, dovrebbe ricordare a Mantegna che i suoi concittadini sono più di 12mila).
La più timida, ma comunque piuttosto preparata, è stata Daniela Gobbo, candidata sindaco per la lista Varedo 5 Stelle alla sua prima esperienza politica. I più vissuti, invece, Maurizio Colombo, candidato per Uniti per Varedo, e Diego Marzorati, candidato per Pdl e Lega Nord, criticato per i troppi “vip”, dall’onorevole Mantovani a Formigoni, che sta portando in città per la sua campagna elettorale. «Così conosceranno meglio la situazione di Varedo», ha spiegato.