‘Futuro del commercio in Brianza?’. Per le istituzioni non sono i centri commerciali

Dito puntato sui centri commerciale brianzoli. Dal 2009 al 2011 sono stati 21 mila gli addetti assunti dalle catene di grande distribuzione di contro ai 130 mila licenziati nelle piccole attività. Dati allarmanti che portano a chiedersi: da che parte pende l’ago della bilancia? Chi bisogna tutelare? Con queste domande si è aperta la tavola rotonda “Il futuro del commercio in Brianza. Intervista alle istituzioni”, tenutasi giovedì 30 giugno, all’Hotel de La Ville di Monza.
Dito puntato sui centri commerciale brianzoli. Dal 2009 al 2011 sono stati 21 mila gli addetti assunti dalle catene di grande distribuzione di contro ai 130 mila licenziati nelle piccole attività. Dati allarmanti che portano a chiedersi: da che parte pende l’ago della bilancia? Chi bisogna tutelare? Con queste domande si è aperta la tavola rotonda “Il futuro del commercio in Brianza. Intervista alle istituzioni”, tenutasi giovedì 30 giugno, all’Hotel de La Ville di Monza.
«Con queste cifre alla mano pare evidente come non si possano concedere ulteriori spazi a dei centri commerciali. Considerata la ricchezza del territorio brianzolo è naturale che premano per stabilirvisi». Queste la parole di Dario Allevi, presidente della Provincia di Monza e Brianza.
Il timore di Allevi è che l’arrivo dei grandi centri commerciali possa trasformare le cittadine brianzole in “città dormitorio”.
All’apertura dell’Auchan di Monza le polemiche non erano mancate e quel malcontento ha fatto sì che le autorità optassero per una politica a sostegno esclusivamente delle piccole e medie imprese.
Sulla questione si è espresso il sindaco di Monza Marco Mariani: «Nel Pgt attuale non c’è spazio per la grande distribuzione. L’Auchan è l’unico vero centro commerciale a Monza e tale rimarrà. Le “città dormitorio” sono ben altre, nulla a che vedere con nostro il capoluogo di provincia». Le parole del sindaco hanno fatto alzare i toni del pubblico presente, ma la polemica è presto rientrata riportardando la parola prima al moderatore, il noto giornalista Fabio Lombardi de “Il Giorno” e poi al sindaco che ha aggiunto: «Un comune come il nostro che necessita di una serie di servizi o viene a patti con il privato o non può sperare di ottenerli».
Mariani propone quindi un “cambio delle regole” che possa limitare i troppi tagli subiti, e lasciare più libertà alle amministrazioni locali.
Ha espresso il suo parere anche Pietro Tatarella di Regione Lombardia: «La nostra porta è sempre aperta per la provincia di Monza e Brianza. Non essendoci l’intenzione di favorire i grandi centri commerciali la Regione Lombardia deve supportare al meglio i commercianti al dettaglio».
Una “politica educativa” che possa far capire al consumatore la differenza tra i prodotti proposti sul mercato. È con questo spirito che sono state promosse iniziative a favore di giovani, donne, e negozi con più di mezzo secolo di attività.
«Stiamo lavorando alla promozione del turismo a Monza – ha detto Enrico Origgi, referente Associazioni Confcommercio di Monza e Brianza – i distretti commerciali inizialmente si sono mostrati scettici verso il contributo a fondo perduto, ma si sono ricreduti una volta consegnati».
Nella speranza che Regione Lombardia possa ancora “aiutare” concretamente, il presidente dell’Unione dei Commercianti di Monza e circondario, Giuseppe Meregalli invita a «rimboccarsi le maniche e non avere paura del futuro».
Enrico Origgi, Dario Allevi, Marco Mariani, Giuseppe Meregalli