A cena con il disabile? Noto ristorante di Monza in forte imbarazzo

Riportiamo qui di seguito il botta e risposta intorno ad un caso del quale senza anticipare nulla vi chiediamo un parere, cari Lettori. Un caso non semplice, non banale, ma che così come è capitato in un noto ristorante di Monza, accade ovunque e con maggiore frequenza di quello che crediate. Dato che abbiamo ritenuto superfluo rivelarvi il nome del locale, esso non comparirà, ma di seguito leggerete la risposta firmata dal direttore generale.
Riportiamo qui di seguito il botta e risposta intorno ad un caso del quale senza anticipare nulla vi chiediamo un parere, cari Lettori. Un caso non semplice, non banale, ma che così come è capitato in un noto ristorante di Monza, accade ovunque e con maggiore frequenza di quello che crediate. Dato che abbiamo ritenuto superfluo rivelarvi il nome del locale, esso non comparirà, ma di seguito leggerete la risposta firmata dal direttore generale.
«Mi è capitato giovedì 23 giugno sera. Questi i fatti. Avevo un importante appuntamento di lavoro con due persone che venivano da Santo Domingo. Dopo il lavoro, li ho portati a visitare Monza: il Duomo e il suo museo, l’Arengario, la Villa Reale e il Serrone. Poi ho deciso di invitarli a cena. Ho pensato che la scelta giusta fosse quella di portarli in un ristorante che oltre a offrire del buon cibo avesse anche una “location” degna di nota. Ho telefonato per prenotare i posti: quattro, perché a noi si univa anche mia moglie per fare compagnia alla moglie di uno dei due miei ospiti. Mia moglie è affetta da molti anni di sclerosi multipla e riesce a camminare solo avvalendosi dell’aiuto di un deambulatore.
Arrivati, la sorpresa: la sala al piano terreno era tutta occupata da una festa privata (così ci ha detto il maitre) e quindi per noi restava unicamente la possibilità di andare al piano superiore, dove però si accede solo con una scala abbastanza stretta e ripida, in quanto in quel ristorante, non esiste un ascensore e neanche un mezzo di risalita meccanico alternativo!! Ho fatto presente che mia moglie è impossibilita a salire le scale e lui ha risposto che la si sarebbe potuta portare su a braccia. Ho obiettato che questa non mi sembrava una soluzione logica e rispettosa nei confronti di mia moglie che oltretutto patisce molto gli effetti di questi spostamenti impropri. Gli ho chiesto se non era possibile ricavare un piccolo spazio a pianterreno, anche fuori (la serata era gradevole), sia per riguardo ai miei ospiti, cui peraltro avevo magnificato il prestigio di questo ristorante, sia soprattutto per rispetto di mia moglie, mortificata dal fatto che ancora una volta le sue condizioni fisiche si traducessero in un ostacolo all’esercizio di un normale diritto, quale è quello di poter cenare in un luogo ove si era debitamente prenotato. La risposta è stata -, nonostante la ammissione dello stesso maitre dell’errore commesso da chi aveva accettato la prenotazione senza aver fatto presente la situazione contingente – un “no” secco (la festa privata non andava disturbata, perbacco!|), accompagnato anche da una certa insistenza nel sollecitarci ad andare via…
Per non fare figuracce con gli ospiti stranieri, ho lasciato perdere, ma ora continuo a domandarmi: possibile che un ristorante prestigioso, non abbia modo di dare un posto a sedere a un portatore di handicap?
Ho aspettato un po’ di giorni a segnalare questo fatto per lasciar passare la mia indignazione, che invece non mi è passata affatto e continuo a ripetermi “por que?”, come faceva uno dei due dominicani che davanti a quella scena era esterrefatto e si stava infuriando più di me.
Già, por que?
Ps: tralascio per educazione i commenti esternati in seguito dai miei ospiti in merito alla accoglienza e alla professionalità di questa che era stata loro presentata come una delle più prestigiose strutture di ristorazione monzesi!!»
{xtypo_rounded2} Gentile direttore,
Riguardo la lettera di cui sopra, ci premono alcuni chiarimenti. Il primo: il nostro è uno dei pochi ristoranti in Monza e Brianza a non presentare barriere architettoniche per l’ingresso di persone con disabilità motorie. A ciò aggiungiamo il fatto di aver inserito parcheggi riservati proprio per agevolare la frequenza al nostro ristorante di persone portatrici di handicap. Tutto questo per dire che quello con il signor è stato solo uno spiacevole disguido. Il nostro locale ha due sale su altrettanti piani che possono essere affittate a terzi per eventi privati. Come è successo per la sala inferiore giovedì 23 giugno. Del resto quando è stata effettuata la prenotazione non è stata fatta alcuna menzione al fatto che ci sarebbero state persone portatrici di handicap, altrimenti avremmo sicuramente avvertito del possibile disagio. Abbiamo peraltro cercato di ovviare al problema (non era possibile occupare uno spazio già affittato a terzi). Non era certo nostra intenzione mettere a disagio i signori e nemmeno i suoi ospiti, pertanto ce ne scusiamo sentitamente. L’avremmo fatto anche prima – più che volentieri – e di persona se solo il signore avesse esposto il suo risentimento direttamente a noi invece che via email ai giornali.
Direttore Generale{/xtypo_rounded2}
Ma voi cosa ne pensate? Cosa avreste fatto se foste stati il cliente e il ristoratore?