Agrate. Licenziate perché iscritte alla Fiom. Il giudice stabilisce il reintegro

1 luglio 2011 | 23:02
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Agrate. Licenziate perché iscritte alla Fiom. Il giudice stabilisce il reintegro

conf-sindacati-msm-mbSi sono iscritte al sindacato e sono state licenziate ma l’imprenditore è obbligato a reintegrarle. È quanto accaduto a Natalina Mantineo 52 anni e Daniela Cacciola 37 anni di Baranzate, impiegate presso la Msm di Agrate Brianza, una piccola azienda che produce quadri elettrici.

conf-sindacati-msm-mbSi sono iscritte al sindacato e sono state licenziate ma l’imprenditore è obbligato a reintegrarle. È quanto accaduto a Natalina Mantineo 52 anni e Daniela Cacciola 37 anni di Baranzate, impiegate presso la Msm di Agrate Brianza, una piccola azienda che produce quadri elettrici.

La vicenda risale al 12 aprile quando il titolare aveva chiesto la cassa integrazione per 5 dipendenti, tre giorni dopo la Fiom ha organizzato un’assemblea all’interno dell’azienda e lì le due donne hanno deciso di prendere la tessera del sindacato. Passati pochi giorni, (il fattore tempo è stato determinante ndr), il 28 aprile per l’esattezza, Mantineo e  Cacciola ricevono la lettera di licenziamento.

conf-sindacati-msm2-mbParte la causa portata avanti dallo Studio Scisca di Monza e a metà giugno arriva la sentenza emessa dal giudice del lavoro Luisa Rotolo del Tribunale di Monza che «dichiara l’antisindacalità della condotta posta in essere dalla M.S.M srl e dichiara la nullità dei due licenziamenti e la condanna alla reintegrazione delle due lavoratrici, oltre il risarcimento del danno, corrispondente a non meno di 5 mensilità più contributi e al pagamento delle spese processuali». 

Per intanto Cacciola e Mantineo stanno aspettando la chiamata anche se dalle loro parole sembra chiaro che l’intenzione non è di tornare in azienda ma di accettare l’alternativa di ottenere 15 mensilità.

Ma la cosa che colpisce sia gli avvocati che si sono occupati della causa, Roberto Scisca e Santina Billè, sia i sindacati Cgil Fiom Brianza, è che il caso riguarda un’azienda con meno di 15 dipendenti, dove non è in vigore l’art 18 che vieta il licenziamento senza giusta causa. «Collaboro come legale della Cgil dal 1979 e questo è il primo caso in cui il giudice annulla un licenziamento per attività antisindacale» – commenta Scisca.  «Un caso destinato a fare scuola – spiegano i sindacalisti Elena Dorin e Pietro Costantino – ci rivolgiamo quindi all’associazione industriali, ai commercialisti e ai singoli imprenditori: ora dovrete cambiare mentalità, andremo a verificare che i licenziamento fatti nelle piccole aziende sia giustificati e che dietro la scusa della crisi non si nascondino ragioni di antisindacalità».

In foto sopra Daniela Cacciola, Natalina Mantineo e Elena Dorin
Sotto Roberto Scisca Santina Billè e Pietro Costantino