Bliz forze dell’ordine, in corso sgombero del Foa Boccaccio: nessuno scontro

È in corso da questa mattina lo sgombero del palazzo di via Durini 19 occupato in modo abusivo dal 3 maggio di quest’anno dai giovani del centro sociale Foa Boccaccio. Uno sgombero senza alcuno scontro e senza alcuna resistenza dal parte del collettivo autonomo, ma che nasconde una qualche anomalia.
È in corso da questa mattina lo sgombero del palazzo di via Durini 19 occupato in modo abusivo dal 3 maggio di quest’anno dai giovani del centro sociale Foa Boccaccio. Uno sgombero senza alcuno scontro e senza alcuna resistenza dal parte del collettivo autonomo, ma che nasconde una qualche anomalia.
Questa mattina prima delle 8,30 le forze dell’ordine, sul posto c’erano quattro camionette tra carabinieri e polizia, hanno trovato uno stabile completamente vuoto. Non c’era nessuno: è quindi probabile che gli occupanti avessero ricevuto la soffiata che oggi sarebbero stati raggiunti, per così dire, dall’ordine di sfratto. Poco meno di una trentina gli uomini delle forze dell’ordine interventuti in tenuta anti sommossa. Lo sgombero sta avvenendo in clima privo di tensioni.
Dopo l’arrivo dei militari in via Durini sono giunti i giovani, che in queste ore stanno portando via le loro cose, effetti personali, opere d’arte, ma anche le biciclette che riparavano nel loro laboratorio.
Una situazione anomala, in quanto il tutto è avvenuto senza scontri e senza proteste. Ben diversamente, lo ricordiamo, andò altre volte, in particolare quando si trattò del cinema Apollo di via Lecco.
Eppure nel comunicato firmato Foa Boccaccio in occasione dello sgombero di primavera da via Aspromonte i giovani erano stati chiari, affermando di essere stanchi di otto anni di repressione e di trattative affossate, e che quindi l’ottavo sgombero non sarebbe stato tollerato. «Da via Durini ce ne andiamo solo se un nuovo spazio sarà pronto ad accogliere le nostre attività». Che gli i giovani del collettivo autonomo abbiano già trovato un altro stabile dove alloggiare?
E infine aggiungevano: «Siamo stufi di proprietari che si ricordano dell’esistenza di questi spazi solo se qualcuno prova a recuperarli, per poi rivolerli indietro e lasciarli ancora a marcire (…) Alla fatiscenza facciamo fronte col nostro lavoro quotidiano di recupero, perché noi questi luoghi li facciamo rivivere, non li danneggiamo».
Sta di fatto che anche il proprietario di via Durini 19 ha scelto lo sfratto forzato, alla loro opera di restauro.
Articolo modificato alle 15:12 del 7 luglio 2011.