Fuggifuggi o piazza pulita? Nei dintorni del Monzello scorre il “veleno”…

Cosa sta succedendo all’Associazione Calcio Monza Brianza 1912? Dopo l’avvenuta retrocessione in Seconda Divisione i dirigenti hanno brillato per l’assenza di comunicazioni sul futuro della gestione della società ma, cosa per certi versi più preoccupante, si sono registrati uno dietro l’altro abbandoni importanti in seno allo staff tecnico del settore giovanile, quello che dovrebbe fungere da “serbatoio” per la prima squadra, quindi per il futuro stesso del club.
Cosa sta succedendo all’Associazione Calcio Monza Brianza 1912? Dopo l’avvenuta retrocessione in Seconda Divisione i dirigenti hanno brillato per l’assenza di comunicazioni sul futuro della gestione della società ma, cosa per certi versi più preoccupante, si sono registrati uno dietro l’altro abbandoni importanti in seno allo staff tecnico del settore giovanile, quello che dovrebbe fungere da “serbatoio” per la prima squadra, quindi per il futuro stesso del club.
Già il giorno dopo la sconfitta di Crema nell’ultima e decisiva partita di campionato, cioè il 6 giugno, si è consumato il divorzio consensuale tra il Monza e Angelo Colombo, coordinatore tecnico della formazione e dell’attività di base. Il 30 giugno, invece, è stato l’ultimo giorno di lavoro al centro sportivo Monzello dell’allenatore della compagine Berretti* e del suo collaboratore, rispettivamente Giuseppe Bergomi (l’ex difensore dell’Inter e della Nazionale) e Giuseppe Chieppa, oltre che del team manager della società, Luca Fraquelli.
C’è chi l’ha definito un fuggifuggi, anche perché segue l’addio al club da parte del socio di minoranza Salvatore Zangari. “Sì, me ne sono andato lo scorso marzo – conferma l’interessato – Ero entrato nel Monza nell’estate 2009 con una quota del 18% di PaSport, la holding che ne aveva rilevato la proprietà dal Gruppo Begnini, e inoltre avevo coinvolto tre amici: Giuseppe Tiralosi, presidente e amministratore delegato di Ingenium Technology, e Antonio Inches, amministratore unico di Idata Group, avevano creato OneSport, che deteneva il 21% di PaSport, mentre Renato Grassini, amministratore delegato di Geri Hdp, attraverso la sua società ne aveva rilevato il 10%. Successivamente loro hanno abbandonato il progetto mentre io sono rimasto nel Monza, ma non attraverso PaSport, col 12%. Poi anch’io me ne sono andato perché a Monzello si contava meno di zero. Siccome i soldi non me li regalano, ma li sudo, li do a chi li merita e cioè, dopo aver vagliato varie possibilità, al Lecco, che ha il progetto che più mi ha convinto. Ora sono socio al 20%, ma ho un opzione per il 2012 per un altro 10%. A Monza a decidere c’è Clarence Seedorf, che è una persona molto intelligente ma si è attorniato purtroppo di gente non adeguata”.
Lei era il consigliere delegato al settore giovanile: cosa ne pensa delle “fughe” in atto? “Senta, tutti i tecnici del Monza mi chiamano per sapere se ci sono delle opportunità a Lecco… Bergomi, che non ha mai avuto un ruolo all’interno del Comitato tecnico, sta verificando la possibilità di venire da noi, così come Chieppa. A Monza è arrivato Andrissi, una persona valida che cambierà tante cose. Ricostruiranno il settore giovanile biancorosso, ma ci impiegheranno un po’, secondo me tra i 3 e i 5 anni. A Lecco intendiamo fare di più che a Monza perché l’area geografica è migliore non essendo ‘in mezzo’ ai club milanesi”.
Anche l’ex presidente Stefano Salaroli, della “cordata Zangari”, è “catastrofista”: “La stagione del Monza è andata a finire come avevamo previsto lo scorso autunno. E’ un’amara conclusione, ma dimostra che avevamo un po’ ragione. Mi dispiace molto per i ‘ragazzi’, i giocatori. Io adesso mi sto interessando per un eventuale ingresso con una quota nella Nuova Pro Sesto, neopromossa in Eccellenza, ma che dovrebbe chiedere il ripescaggio in Serie D. Osservo che a Monza se ne è andato Colombo, il coordinatore dell’attività di base, fiore all’occhiello della società, quella che ogni anno sforna un sacco di giocatori pronti a misurarsi nei club più importanti. Ritengo che abbiano fatto molto male a lasciarselo scappare e stia facendo molto bene chi sta per prenderselo. Anche a Bergomi hanno fatto una proposta indecente: non poteva che andarsene…”.
Vincenzo Tridico, direttore sportivo (confermato nonostante il capitombolo in quarta serie, caso più unico che raro) nonché unico dirigente biancorosso disponibile a interloquire con la stampa, ridimensiona però gli accadimenti: “Si tratta di normali avvicendamenti che avvengono in tanti sodalizi. Quella di Colombo è stata una grave perdita, di un tecnico di valore, ma la società l’ha già sostituito con Gianluca Andrissi (già allenatore della Berretti del Monza vicecampione d’Italia per club di Lega Pro nella stagione 2008/09, poi incredibilmente esonerato e quindi allenatore della prima squadra del Pavia, da cui è stato esonerato verso il termine dell’ultima stagione, ndr). Si tratta di una figura importante, che tra l’altro ha assunto l’incarico di direttore tecnico del settore giovanile, dunque sostituendo in parte anche me, che fungevo da dirigente responsabile fino alla formazione dei Giovanissimi Nazionali compresa. Ne guadagnerà l’impostazione del percorso tecnico perché tutte le squadre giovanili ‘parleranno lo stesso linguaggio’, anche se già nell’ultima stagione si era stabilito che tutte le compagini giocassero con la difesa schierata con quattro uomini”.
A proposito di compagini, il numero e la tipologia restano gli stessi? Che fine fa la Monza Soccer School creata da Colombo? “Restano le stesse dieci squadre, che coprono i nati dal 1993 al 2003: Berretti (allenata da Fulvio Saini, quest’anno alla guida dei Giovanissimi Nazionali), Allievi Nazionali, Allievi Regionali, Giovanissimi Nazionali, Giovanissimi Regionali, Giovanissimi Regionali B, Esordienti, Pulcini 2001, Pulcini 2002, Pulcini 2003. Quello della Monza Soccer School è un progetto che va avanti”.
Non può anticiparci qualche nuova strategia per il futuro? “Abbiamo in mente di avvicinarci sempre di più alle realtà sportive della Brianza, di allevare giovani del territorio insomma; oggi abbiamo troppi ragazzi che provengono da fuori: per esempio ne abbiamo molti novaresi o che arrivano dal confine con la Svizzera. A tale scopo, ma anche per trovare elementi per la prima squadra, anche quest’anno (il 12, 13 e 14 luglio, ndr) organizzeremo i try-out, ossia i provini per i calciatori nati dal 1986 al 1993. Inoltre ci è stato chiesto di aiutare in qualche modo il gruppo di calciatori profughi africani (che giocava in una squadra di alto livello libica, ndr) attualmente ospitato ad Agrate Brianza: abbiamo pensato a un’amichevole per dar loro una possibilità di mettere in mostra le proprie qualità sportive”.
Riguardo alla prima squadra, invece, al momento quali giocatori sono andati via e quali sono arrivati? “Per ora gli unici movimenti riguardano i giocatori in prestito e in compartecipazione: dunque sono tornati alle società proprietarie del loro cartellino Campisi (al Verona), Masini (all’Ascoli), Dennis Esposito e Antonio Esposito (entrambi all’Inter), Tuia e Ricci (entrambi alla Lazio), Furlan e Gambadori (entrambi al Varese), ma per quest’ultimo stiamo trattando il rinnovo del prestito; di quelli che avevamo in giro noi sono tornati Kyeremateng (dall’Ascoli) e Meduri (dal Rodengo Saiano), mentre sono stati svincolati Ravasi, Scaccabarozzi e Chedric Seedorf (erano in prestito rispettivamente al Renate, alla Caratese e ai The Brothers, la squadra della massima serie del Suriname di proprietà del fratello Clarence e dove gioca l’altro fratello Jürgen e dove è riuscito a segnare 2 gol, ndr)”.
*”(l’intervista è stata rilasciata prima dell’annuncio dell’ingaggio dello “zio” da parte dell’Atalanta, dove allenerà la Berretti, ndr)”.