Pd Monza: «Dal 6 luglio la facciata della Villa Reale sarà usata per le reclame»

Da una parte la cultura. Dall’altra un progetto commerciale. Ritorna a battere il ferro ancora caldo il Pd di Monza sulla questione dell’affidamento in gestione di buona parte della Villa Reale a Italiana Costruzioni spa, la società che dal 6 di luglio avrà le chiavi della Reggia.
Da una parte la cultura. Dall’altra un progetto commerciale. Ritorna a battere il ferro ancora caldo il Pd di Monza sulla questione dell’affidamento in gestione di buona parte della Villa Reale a Italiana Costruzioni spa, la società che dal 6 di luglio avrà le chiavi della Reggia.
Chiavi che probabilmente, dopo l’annuncio fatto da Bossi e da Marco Mariani a Pontida settimana scorsa, saranno divise con dei Ministeri. Una proposta, quest’ultima, che ha fatto tornare sul piede di guerra Marco Sala, segretario cittadino del Partito Democratico, Sergio Civati e Roberto Scanagatti, consiglieri comunali, che, carte alla mano, hanno resuscitato il cosiddetto “Progetto Carbonara”.
È stata Daniela Pollastri, ex assessore e responsabile alla Villa a mettere in luce le differenze e denunciando quanto la cultura nel bando formigoniano sia sacrificata per la parte più commerciale: «Formigoni aveva sostenuto che il bando fosse in linea con i contenuti del nostro “Progetto Carbonara”. Niente di più falso: i privati gestiranno in pressoché totale autonomia un bene prestigioso come la Villa Reale e si assicureranno cospicui profitti. Il consorzio finora non è stato all’altezza ma deve essere il vero promotore di quella indispensabile governance pubblica necessaria per gestire beni così importanti e prestigiosi come la Villa. Nella quale è difficile poi che si possano insediare i ministeri, dato che le sale che dovrebbero ospitarne gli uffici sarebbero quelle di maggior pregio, e che dovrebbero essere visitabili dal pubblico».
No solo, sempre secondo il Pd, nel bando si dà la possibilità al gestore di pubblicizzare con cartelloni e schermi video le attività che saranno svolte anche utilizzando la facciata della Villa Reale. «Sarà uno scempio» – hanno commentato i politici di sinistra.
Resta il fatto che dal 2002, anno in cui fu pensato il “Carbonara”, al 2007, quinquennio in cui ci fu la giunta Faglia di centro sinistra, non si riuscirono a trovare i fondi per dare fiato alle parole spese. «l’idea era quella di trovare risorse attraverso delle fondazioni – ha spiegato Sergio Civati, consigliere Pd – Ma né camera, né il gruppo degli industriali ci credette».
Se le prospettive che ha Italiana Costruzioni Spa di oltre 16 milioni di utili, presentati nel piano finanziario del bando per la Villa Reale di Regione Lombardia, sono un traguardo raggiungibile, resta da chiedersi se la cosiddetta privattizzazione non sia stato più un errore di miopia del gotha economico brianzolo, più che politico…
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Il progetto Carbonara prevedeva infatti per la Villa Reale una governance pubblica sulla gestione del bene con la partecipazione dei privati. L’uso principale degli spazi era destinato a funzioni espositive, museali e culturali mentre quelle commerciali e di rappresentanza erano pensate come complementari. Completamente ribaltata invece è la logica che ha ispirato il bando per il recupero promosso dal Consorzio, di cui fanno parte gli enti proprietari e gestito da Infrastrutture Lombarde, società di Regione Lombardia: qui la gestione della Villa è in mano ai privati, la priorità dell’utilizzo del primo e del secondo piano nobile è destinato a funzioni che portino reddito al concessionario e un uso esclusivo del Piano belvedere destinato all’alta ristorazione. Ma non solo: il bando e il disciplinare di incarico delegano al concessionario la programmazione dell’utilizzo della Villa e degli eventi e concede ai proprietari della villa, cioè gli enti pubblici, solo pochi giorni all’anno da concordare per altro con il concessionario.
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