Meda, va avanti la protesta alla Cassina. Oggi incontro con i capigruppo

Quello che a loro interessa è difendere il made in Italy brianzolo. Lo ripetono dal primo giorno. E non sono solo i lavoratori e i sindacati a ribadirlo, ma anche i commercianti, gli artigiani e gli artigiani. Pure da Montecitorio qualcosa si muove. Il rischio che la Cassina di Meda trasferisca una fetta importante della sua produzione in Romania preoccupa tutti. Perché se il cucito verrà spostato nell’Est europeo, se ne andrà anche il «fare bene» brianzolo.
Quello che a loro interessa è difendere il made in Italy brianzolo. Lo ripetono dal primo giorno. E non sono solo i lavoratori e i sindacati a ribadirlo, ma anche i commercianti, gli artigiani e gli artigiani. Pure da Montecitorio qualcosa si muove. Il rischio che la Cassina di Meda trasferisca una fetta importante della sua produzione in Romania preoccupa tutti. Perché se il cucito verrà spostato nell’Est europeo, se ne andrà anche il «fare bene» brianzolo.
«Al di là della protesta e del timore per la sorte dei lavoratori, a noi interessa costruire un tessuto sociale che dia vita al Distretto del Mobile e dell’Arredamento in Brianza, riconosciuto da tutta la Lombardia come un’eccellenza del territorio, ma che in realtà ancora non esiste – ha sottolineato Armando Busnelli, segretario generale della Filca Cisl Brianza – Oltre ai posti di lavoro, è a rischio la fine di una storia fatta di un tessuto di aziende che lavorano nel settore».
La protesta va avanti. Dopo lo sciopero di quattro ore del 6 giugno, sabato c’è stato un consiglio comunale aperto a cui hanno preso parte, oltre ai lavoratori e alle rappresentanze sindacali, anche l’assessore provinciale alle Attività Produttive Andrea Monti, il consigliere regionale Massimiliano Romeo e l’onorevole Paolo Grimoldi. E proprio il deputato del Carroccio ha presentato, pochi giorni fa, un’interrogazione alla Camera per chiedere l’intervento del Governo. «L’internazionalizzazione delle imprese, per cui esistono fondi ad hoc, è cosa ben diversa dalla delocalizzazione – ha rimarcato Grimoldi -. Chi vuole ampliare il proprio mercato, e con questo la solidità dell’azienda e i posti di lavoro, troverà sempre il nostro appoggio. Ma la politica ha il dovere di mettere delle regole e tutelare in primis il nostro tessuto sociale ed economico».
Anche l’onorevole Marco Desiderati ha presentato, insieme a Marco Reguzzoni, capogruppo leghista a Montecitorio, un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico. «Vi è la necessità che il Governo metta in campo iniziative per tutelare la filiera del mobile della Brianza per porre fine ai fenomeni di delocalizzazione aziendale, impedendo che vengano portate all’estero le produzioni storiche del nostro Paese, frutto di capacità e conoscenze che rappresentano patrimonio e tradizione del “Made in Italy”” in tutto il mondo», ha dichiarato.
Quello che spaventa, quindi, è il rischio di un meccanismo a cascata. «La nostra preoccupazione deriva dallo smantellamento del cucito a scapito dei lavoratori interni, primo passo di una più ampia delocalizzazione che avrà ricadute sul distretto e sull’indotto e che si traduce in una perdita di know how e competenze sviluppate negli anni – ha affermato Filippo Berto, presidente del Gruppo Giovani di Apa Confartigianato -. Non vogliamo entrare nel merito delle scelte aziendali, anche se questo è un modo di fare made in Italy che non ci appartiene, ma richiamiamo l’azienda a una responsabilità sociale nei confronti delle persone e di un territorio che ha dato tantissimo».
Oggi, mercoledì 13 luglio, alle 17.30, i capigruppo consiliari, promotori del consiglio comunale aperto di sabato scorso, incontreranno l’amministratore delegato della Cassina Dario Rinero.