All’Universitè d’Etè l’esempio del Bosco delle Querce di Seveso

Nella tre giorni dedicata alla tutela del paesaggio che si sta svolgendo a Palazzo Arese Borromeo, a Cesano Maderno, l’attenzione non poteva non focalizzarsi sul valore storico e ambientale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.
Nella tre giorni dedicata alla tutela del paesaggio che si sta svolgendo a Palazzo Arese Borromeo, a Cesano Maderno, l’attenzione non poteva non focalizzarsi sul valore storico e ambientale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.
«Da un immane disastro ad un recupero d’eccellenza» è il titolo del workshop, promosso giovedì 1 settembre, proprio al Bosco delle Querce, nell’ambito dell’ottava edizione dell’Universitè d’Etè, nel 35esimo anniversario del disastro dell’Icmesa. Tecnologie d’avanguardia messe a frutto dagli sforzi della comunità scientifica europea dell’epoca portarono a ciò che oggi appare un sito completamente bonificato.
«La nostra città e il nostro parco sono i testimoni visibili e viventi di un cambiamento che ha segnato un’epoca – ha spiegato il sindaco di Seveso, Massimo Donati – Dopo Seveso si è avviata una riflessione che ha generato le tre direttive in materia di sicurezza per le industrie a rischio di incidente rilevante, comunemente conosciute, non a caso, “Direttive Seveso”. La stessa esperienza di bonifica che ha originato il Bosco delle Querce non aveva precedenti nel mondo. E, mi verrebbe da aggiungere, la risposta sociale data dalla nostra comunità è stata, a sua volta, unica perché il “rischio di morte sociale” per Seveso fu altissimo soprattutto con l’incognita del danno causato e potenzialmente causato dalla diossina. La nostra storia ha raccontato che, nonostante le fatiche della vita di ogni giorno, tutto questo è possibile proprio da Seveso, oggi candidata a tutti gli effetti a “Città dell’Ambiente per Expo 2015”».
Nella foto: la catena umana organizzata al Bosco delle Querce in occasione del 35esimo anniversario dal disastro del’Icmesa di Seveso