Sciopero Cgil 5000 persone in piazza a Monza.”Siamo stanchi di pagare per tutti”

Monza si tinge di rosso. Anche nel capoluogo brianzolo, come in altre cento città italiane, la Cgil è scesa in piazza per protestare contro la manovra fiscale varata dal governo e giudicata iniqua e sbagliata. Per otto ore ieri, 6 settembre, ad “incrociare le braccia” anche autobus, metropolitane e treni. L’adesione media allo sciopero, a detta del sindacato, è stata del 58%.
Monza si tinge di rosso. Anche nel capoluogo brianzolo, come in altre cento città italiane, la Cgil è scesa in piazza per protestare contro la manovra fiscale varata dal governo e giudicata iniqua e sbagliata. Per otto ore ieri, 6 settembre, ad “incrociare le braccia” anche autobus, metropolitane e treni. L’adesione media allo sciopero, a detta del sindacato, è stata del 58%.
Al corteo, che da piazza Castello si è snodato per il centro di Monza fino all’invasione di piazza San Paolo, erano presenti circa 5.000 persone (fonte Cgil mentre secondo la rilevazione delle forze dell’ordine erano 3.500). Ad aprire le fila della manifestazione le canzoni del lavoro dal furgoncino rosso della Camera del Lavoro con un primo striscione che invocava “Lavoro, Diritti, Solidarietà” e un secondo “Stanchi di pagare per tutti. Cambiamo la manovra ingiusta. Diamo un futuro ai giovani e all’Italia”, il tutto punteggiato dagli slogan contro la manovra e il Governo e da molti striscioni delle diverse rappresentanze aziendali e delle diverse categorie.
Tra la folla, più numerosa rispetto a quella presente alla manifestazione del 6 maggio, sono stati riconosciuti i delegati Cisl della Rovagnati, della Taf di Brugherio, i delegati Cisl e Uil della Cordenfarma, i delegati Uil dell’Enel, ringraziati pubblicamente dal segretario generale Cgil Monza e Brianza Maurizio Laini in apertura del suo comizio conclusivo.
«Questa manovra è inefficace perchè fatta da un governo non credibile. Si abbatte come una mannaia sulla qualità della vita dei cittadini – ha detto Laini – E’ possibile fare una manovra più equa che non coinvolga solo i pubblici dipendenti e i lavoratori a reddito fisso. L’articolo 8 è solo un danno al Paese».
Maurizio Laini ha parlato anche della presunta abolizione delle feste laiche: «Qualcuno pensa che la Padania sia il surrogato dell’Unità d’Italia. La proposta, anche se poi è stata ritirata, da chiaramente l’idea di come l’attuale governo sia distante dai sentimenti che uniscono il Paese».
Non sono mancati i riferimenti allo sciopero indetto dalla Cisl di ieri pomeriggio: «La nostra non è una manifestazione demenziale. Siamo dispiaciuti di non essere scesi in piazza con loro. Ancora una volta hanno lasciato che fossimo noi ad andare avanti. Sicuramente il nostro intento è di ritrovare l’unità perduta, se così non fosse faremmo da sponda a questo governo che ci vuole divisi» ha commentato il segretario Cgil Lombardia, Fulvia Colombini.
La Colombini ha molto insistito sull’articolo 8 della manovra «che non c’entra niente con la spesa. E’ un attacco ideologico che un Governo agli sgoccioli porta al cuore dei diritti dei lavoratori. Lo svuotamento del valore dei contratti collettivi e addirittura la possibilità di licenziare sostituendo la legge, lo statuto dei lavoratori, con accordi aziendali, sono vecchi pallini di Sacconi, diabolico ministro del lavoro con l’ambizione di essere ricordato per aver diviso il sindacato, per aver frantumato la concertazione sociale e stracciato, unilateralmente, gli accordi tra Cgil,Cisl,Uil e Confindustria».
Diverse le proposte avanzate da Cgil: lotta strutturale all’evasione, tassa straordinaria sui grandi patrimoni immobiliari, patrimoniale sulle grandi ricchezze, revisione della tassa di successione, il dimezzamento delle spese militari.
Sono inoltre intervenuti dal palco un lavoratore della Carlo Colombo di Agrate Brianza, Federico Beretta e una lavoratrice della Funzione Pubblica Maria Grazia Frigerio (dell’ASL di Monza).
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