Desio, cava della ‘ndrangheta: tutto fermo da tre anni. Quando la bonifica?

A tre anni esatti dalla sua scoperta, non è stato tolto un solo pezzo di carta. La maxi discarica della ‘ndranghetà di via Molinara di Desio, che nel 2008 è stata scovata dalla polizia provinciale, scoperchiando l’enorme traffico di rifiuti gestito dalla malavita organizzata in Brianza, è ancora lì al suo posto. Ferma, immobile. Silenziosa.
A tre anni esatti dalla sua scoperta, non è stato tolto un solo pezzo di carta. La maxi discarica della ‘ndranghetà di via Molinara di Desio, che nel 2008 è stata scovata dalla polizia provinciale, scoperchiando l’enorme traffico di rifiuti gestito dalla malavita organizzata in Brianza, è ancora lì al suo posto. Ferma, immobile. Silenziosa.
E pensare che tre anni fa, quel rinvenimento, con i suoi 110 mila metri cubi di scavo abusivo, effettuato da un viavai giorno e notte di decine di camion, mandò sotto choc la città e l’intera Brianza. Gli arresti, le indagini, poi il nulla.
Ieri sera in consiglio comunale, la questione è stata risollevata dal consigliere Mattia Costanza della lista Desio 2000: “La precedente giunta – ha detto – aveva affidato un incarico per la valutazione del materiale sotterrato e della salvaguardia della falda acquifera, come si è mossa questa amministrazione? Quali interventi sono stati programmati per la bonifica?”
Secondo il consulente incaricato dall’ex sindaco Mariani, l’ingegnere Giuseppe Farina, la bonifica (di eternit, idrocarburi, forse cromo, di certo materiali inerti, macerie, scarti edilizi) costerebbe almeno 2 milioni di euro. “Ma le indagini sono state fatte solo fino a 6 metri di profondità – ha spiegato il sindaco Roberto Corti – e dalle immagini si ipotizza che lo scavo sia stato fatto ben oltre: il timore è che più sotto ci siano i rifiuti più inquinanti e pericolosi. Per questo i costi potrebbero essere anche maggiori. Noi abbiamo detto agli uffici di contattare delle aziende specializzate per avere dei preventivi”.
E c’è una brutta notizia: “A quanto pare – ha aggiunto il sindaco – attualmente non può rientrare nella lista regionale dei siti da bonificare con urgenza, quindi non possiamo accedere a finanziamenti regionali. Ovviamente, con l’avvocato Anna Galli che segue il caso per noi, stiamo vedendo come rivalerci su chi ha causato il danno”. Che si è dichiarato nullatenente (8 furono gli arrestati). Qualcuno ha avanzato l’idea di chiedere a Pedemontana, che qui vicino dovrà passare, di sostenere i costi della bonifica, prima di aprire il suo cantiere: pare che trattative siano in corso.