
Mostre, installazioni, inaugurazioni, cataloghi, foto e gallerie… gli artisti da sempre abituano il pubblico ad eventi e momenti di incontro con la propria arte e le relative forme espressive. Nel Gennaio 2011, Enrica Passoni propose “Ospiti Inattesi” una mostra che esprime la linea essenzialista dell’artista e caratterizzata dalla linearità appunto essenziale delle figure umane riprodotte.
Mostre, installazioni, inaugurazioni, cataloghi, foto e gallerie… gli artisti da sempre abituano il pubblico ad eventi e momenti di incontro con la propria arte e le relative forme espressive. Nel Gennaio 2011, Enrica Passoni propose “Ospiti Inattesi” una mostra che esprime la linea essenzialista dell’artista e caratterizzata dalla linearità appunto essenziale delle figure umane riprodotte.
Dopo sei mesi gli “ospiti inattesi“ si spostano dando vita a “Migrazioni”. Cos’è Migrazioni? Non è una mostra né un’installazione. Si tratta di un’opera o, se vogliamo definirla diversamente un evento sui generis in cui le opere – rappresentate da cartoline postali raffiguranti le forme lineari di Enrica Passoni – migrano verso visitatori, amici, conoscenti e ammiratori o sconosciuti destinatari che non si devono spostare perché le riceveranno per posta. E dopo l’estate i destinatari dovrebbero avere ricevuto questi “ospiti epistolari”.
Ovviamente, oltre che reale questa migrazione è anche figurata “da-a, moto a luogo, migrazioni di società, migrazione individuale, via di uscita, reale o di sogno per un allontanamento da un disagio”.
Come l’artista spiega: “l’intento è quello di dar vita ad un viaggio di persone virtuali, un percorso con una meta, dove l’approdo alla destinazione non sempre risulta facile, pur non capendone il perché”.
Tutto questo nell’incertezza tipica della vita umana. Infatti, “il tempo e i tempi saranno vari tutto potrà succedere nel percorso, nessuna certezza dell’arrivo”.
In questo consiste la creazione, l’idea, l’opera di Enrica Passoni. “A breve spedirò la mia opera che è composta da 63 cartoline postali, per un totale di 562 figure, chi riceverà queste cartoline forse cestinerà l’oggetto, forse si stupirà non capendone il perché, o darà una sua interpretazione, offrendo accoglienze diverse a queste migrazioni”.