«Condotta antisindacale», Ministeri in Villa Reale chiusi dal tribunale di Roma

I ministeri di Monza sono stati di fatto cancellati dal tribunale di Roma che ha annullato i decreti con i quali erano state istituite le sedi periferiche dei dicasteri che avevano trovato sede nella Villa Reale di Monza. Il motivo? Secondo Anna Baroncini c’è stata “condotta antisindacale”.
I ministeri di Monza sono stati di fatto cancellati dal tribunale di Roma che ha annullato i decreti con i quali erano state istituite le sedi periferiche dei dicasteri che avevano trovato sede nella Villa Reale di Monza. Il motivo? Secondo Anna Baroncini c’è stata “condotta antisindacale”.
Il ricorso contro i ministeri monzesi era stato avanzato dai sindacati della presidenza del Consiglio in quanto secondo Alfredo Marcì, presidente del Consiglio direttivo del Sipre (Sindacato indipendente della Presidenza del Consiglio dei ministri) la decisione era stata adottata e portata avanti senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere all’inaugurazione.
“Chiusura delle sedi periferiche” – Un decreto del giudice del lavoro, depositato nella mattinata di mercoledì 19 ottobre, annulla gli effetti del provvedimento e stabilisce la chiusura, continua Macrì, “delle sedi periferiche affidate ai ministri Bossi e Calderoli”: si trattava rispettivamente di “un dipartimento e una struttura di missione”. Ma non è tutto, perché il decreto condanna anche la presidenza del Consiglio a pagare un terzo delle spese legali sostenute nel ricorso.
Di certo, non tarderanno ad arrivare le reazioni sia da parte della Lega Nord, in primis il sidaco di Monza, Marco Mariani che aveva offerto le chiavi della reggia ai suoi colleghi di partito, sia da parte di Napolitano, presidente della Repubblica. Quest’ultimo non aveva mai vito di buon occhio il trasferimento dei dicasteri, anticipazione del processo di secessione del Nord voluto dalla Lega.