Monza, in Provincia Pdl e Lega sono ai ferri corti: alleanza in bilico?

Tempi difficili per la coalizione Pdl – Lega in Brianza. Giovedì sera in consiglio provinciale fra i due partiti si è verificata una vera e propria spaccatura. La causa è stato un ordine del giorno presentato dal Carroccio per chiedere le dimissioni di tre consiglieri del Pd, responsabili, secondo i leghisti, di avere avallato quando sedevano in consiglio provinciale a Milano l’operazione Asam voluta dall’ex presidente Filippo Penati.
Tempi difficili per la coalizione Pdl – Lega in Brianza. Giovedì sera in consiglio provinciale fra i due partiti si è verificata una vera e propria spaccatura. La causa è stato un ordine del giorno presentato dal Carroccio per chiedere le dimissioni di tre consiglieri del Pd, responsabili, secondo i leghisti, di avere avallato quando sedevano in consiglio provinciale a Milano l’operazione Asam voluta dall’ex presidente Filippo Penati.
Dopo due sedute, oltre otto ore di discussione, gli otto consiglieri leghisti si sono trovati isolati, abbandonati anche dai loro alleati del Pdl che hanno bocciato il documento. Asam spa è la holding di palazzo Isimbardi che secondo il centro destra brianzolo avrebbe estromesso la Provincia di Monza dalla stanza dei bottoni di importanti società come Serravalle.
Secondo i leghisti, Vittorio Pozzati, Vittorio Arrigoni e Gigi Ponti, che al tempo era assessore all’Attuazione della Provincia di Monza, sarebbero «politicamente colpevoli» per avere portato a termine l’operazione. Elena Frigerio, capogruppo Pdl, ha tuttavia bocciato su tutta la linea il documento.
La reazione della Lega non si è fatta attendere. «Noi abbiamo una disciplina di partito e una di maggioranza e in passato abbiamo votato ordini del giorno che non ci piacevano come quello che candidava Berlusconi al Nobel per la pace – sottolinea -. Oggi ci aspettavamo un comportamento uguale da parte degli alleati». Il futuro dell’alleanza, insomma, mostra qualche elemento di incertezza. Nel frattempo, il Pd sta alla finestra e osserva questa nuova spaccatura interna al centro destra. Conclude Domenico Guerriero, capogruppo Pd. «Questa vicenda – ha concluso Guerriero -, mi ricorda la favola dei suonatori di piffero che andarono per suonare e furono suonati».
Foto: archivio MB News