Trasporto pubblico, Provincia di Milano condannata a pagare a Monza € 7 milioni

La Provincia di Milano deve dare al Comune di Monza quasi 7 milioni di euro. Lo dice una sentenza del Consiglio di Stato che dopo due anni ha messo fine a una battaglia legale fra le due amministrazioni sulla gestione dei trasporti pubblici locali.
La Provincia di Milano deve dare al Comune di Monza quasi 7 milioni di euro. Lo dice una sentenza del Consiglio di Stato che dopo due anni ha messo fine a una battaglia legale fra le due amministrazioni sulla gestione dei trasporti pubblici locali.
La decisione dei giudici amministrativi di secondo grado, che ribalta la decisione presa in primo grado dal Tar di Milano, dice che dal novembre del 2007 al maggio del 2011 Monza ha pagato per una serie di servizi che non ha mai ottenuto e che adesso palazzo Isimbardi deve restituire le somme a Monza.
Già in queste ore Monza ha inoltrato una lettera con richiesta di saldare il conto entro 30 giorni e se dovessero sorgere difficoltà il sindaco, Marco Mariani, ha dichiarato di essere pronto a mandare una lettera di ingiunzione. «E’ una vicenda legale che si è trascinata per anni e che poteva costarci parecchio – ha commentato l’assessore agli Affari generali, Cesare Boneschi -. In primo grado il tribunale ci aveva dato torto su tutta la linea dicendo che i soldi che avevamo pagato erano dovuti, ma per fortuna abbiamo creduto nei nostri conti siamo andati avanti».
Per capire meglio cosa è successo, però, è necessario fare un passo indietro. Nel 2001 venne deciso che le linee di trasporto urbano dovevano essere gestite a livello provinciale. L’ex giunta di centro destra di Roberto Colombo adottò nel 2002 una delibera con la quale stabilì che in cambio di una serie di servizi aggiuntivi (chilometri, manutenzione mezzi e introduzione tariffa integrata) il Comune avrebbe pagato alla Provincia di Milano un corrispettivo: tre milioni di euro l’anno.
La giunta Faglia, in carica dal 2002 al 2008, modificò la delibera e al posto di un corrispettivo introdusse un contributo. Per Boneschi e il primo cittadino, però, la decisione ha rappresentato un vero e proprio capestro per il Comune che a quel punto si è trovato obbligato a versare il contributo a prescindere dal servizio ottenuto. «Abbiamo calcolato che al posto dei tre milioni avremmo dovuto versare poco più di 800 mila euro – ha aggiunto Boneschi -. Abbiamo cercato di spiegare le nostre ragioni alla Provincia ma non c’è stato niente da fare».
Negli anni da Milano sono arrivate diverse ingiunzioni di pagamento (le stesse che adesso Mariani è pronto a inoltrare se palazzo Isimbardi non pagherà) e in primo grado, nel 2009, il Tar diede torto a Roma. Mercoledì, però, il Consiglio di Stato ha ribaltato tutto e come ha ribadito a più riprese il vice sindaco e assessore al Bilancio, Marco Meloro, la sentenza è esecutiva e quindi i soldi possono essere messi a bilancio. Fatti due conti, Monza, oltre ai quasi sette milioni che dovrà riscuotere da Milano, risparmierà un milione e mezzo sul 2011 e altri 800 mila euro all’anno fino al novembre del 2014, data di scadenza dell’appalto.
In foto: Cesare Boneschi – assesore agli Affari generali del Comune di Monza