Vimercate, se non ora quando: Bames e Sem vogliono risposte immediate

19 ottobre 2011 | 22:03
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Vimercate, se non ora quando: Bames e Sem vogliono risposte immediate

vimercate-sciopero2Ora o mai più. Sono stanchi e logorati da anni di lotta per mantenere vivo il sito di Vimercate e mantenere il proprio posto di lavoro. I lavoratori dell’ex-Celestica, tra cui molti dipendenti di Bames hanno scioperato questa mattina davanti ai cancelli di via Kennedy per mostrare la propria esasperazione. Una protesta che si è spinta fin sopra il cavalcavia della tangenziale est all’altezza dell’uscita di Vimercate nord e davanti agli uffici dei dirigenti della Bartolini.

vimercate-sciopero2Ora o mai più. Sono stanchi e logorati da anni di lotta per mantenere vivo il sito di Vimercate e mantenere il proprio posto di lavoro. I lavoratori dell’ex-Celestica, tra cui molti dipendenti di Bames hanno scioperato questa mattina davanti ai cancelli di via Kennedy per mostrare la propria esasperazione. Una protesta che si è spinta fin sopra il cavalcavia della tangenziale est all’altezza dell’uscita di Vimercate nord e davanti agli uffici dei dirigenti della Bartolini.

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Il 31 di ottobre è diventata una data più che simbolica, un punto di non ritorno, per i sindacalisti e gli addetti in cassa integrazione oramai da anni: prima di quella data vogliono delle risposte da Regione e Ministero e chiedono l’immediata attivazione di un progetto di salvataggio e il riconoscimento da parte del Pirellone di zona di crisi complessa.

«Il 25 inizieremo il sit-in davanti al nuovo palazzo della Regione, e non ce ne andremo fino a quando non avremo una risposta – afferma Claudio Cerri, rappresentante Fiom Cgil Brianza – abbiamo raggiunto un livello di adesione quasi del 95% e portato in strada quasi un centinaio di persone. Venerdì saremo al mercato in centro città per distribuire volantini e far sentire la nostra voce».

Fra le molte di storie in mezzo al corteo, c’è anche quella di Maurizio, over 50, in cassa integrazione da circa due anni: «Io faccio parte di quei lavoratori in “affitto” che lavorano all’interno di Bames, in totale siamo in quattordici e siamo stati trasferiti dalla Borghi che è fallita e siamo entrati da circa due anni in Bames. A fine dicembre ci scadrà il contratto e non vedo certo molte prospettive: per fortuna ho finito di pagare il mutuo e in casa ho una moglie e un figlio grande che riescono a sostenere le spese. Purtroppo c’è qui in mezzo chi vive solo e difficilmente riesce ad andare avanti con uno stipendio da cassintegrato».

Foto realizzate da Lorenzo Giglio

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