Brianza.La bufala del latte ribollito viaggia sul web

1 novembre 2011 | 15:15
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Brianza.La bufala del latte ribollito viaggia sul web

latte-confezioneHa destato un certo timore la notizia, che attraverso un rapido tam-tam sui social network, parla di come il latte che beviamo possa essere in realtà molte volte scaduto e ribollito anche per più di una volta. Il segreto per saperlo? Guardare sotto la scatola e trovare il numero mancante.

latte-confezioneHa destato un certo timore la notizia, che attraverso un rapido tam-tam sui social network, parla di come il latte che beviamo possa essere in realtà molte volte scaduto e ribollito anche per più di una volta. Il segreto per saperlo? Guardare sotto la scatola e trovare il numero mancante.

Una notizia, o potremmo definirla meglio una bufala, che ha fatto pensare al peggio molti utenti e dei social network. Ecco la teoria del messaggio: il latte pastorizzato, una volta scaduto e rimasto invenduto, secondo legge, può ritornare al produttore che dopo una bollitura a 190° può rimettere sul mercato il latte. Una procedura che, sempre secondo la lettera che viaggia nell’etere, può essere ripetuta fino ad un massimo di cinque volte; i produttori sarebbero però costretti a riportare il numero di ribolliture sulla confezione del latte, con una scala di numeri da una a cinque.

Una teoria smontata nel giro di pochi giorni da esperti e produttori: innanzitutto la pastorizzazione del latte è possibile per legge solo sul latte crudo, quindi una sola volta. L’ipotesi poi di un latte riscaldato a 190 gradi è ancora più assurda perchè quella temperatura porterebbe il latte a prendere una colorazione marrone, anche se per pochi secondi.

E infine i numeri sottostanti: effettivamente guardando al di sotto della confezione si notano dei numeri dall’1 al 5 di colore rosso. Secondo la teoria circolante in internet questi numeri indicano il numero delle ribolliture: se nella scala manca il numero 2, significa che il prodotto che stiamo bevendo è stato ribollito due volte. Niente di più falso, come spiega la stessa Tetra pak, produttrice della maggior parte dei bricchi di cartone che acquistiamo: i diversi numeri servono solo ad indicare la rintracciabilità del materiale di imballaggio.