Desio futura Las Vegas della Brianza: gioco d’azzardo, croce e delizia…

Certo Las Vegas ha un altro fascino. Ma chi vorrà in qualche modo viverne, almeno in parte, l’atmosfera, a breve, potrà recarsi a Desio. Dove sono in arrivo due casinò. Proprio così: sulla scia della febbre da gioco che contagia sempre più persone – purtroppo – con esiti talvolta drammatici di anziani, padri di famiglia, anche giovani, che rimangono “in mutande”, due imprenditori hanno deciso di avviare dei “bazar delle macchinette”: uno in un capannone di via Milano, l’altro in area Polo tecnologico, laddove c’era fino a qualche anno fa un noto ristorante poi trasferitosi.
Certo Las Vegas ha un altro fascino. Ma chi vorrà in qualche modo viverne, almeno in parte, l’atmosfera, a breve, potrà recarsi a Desio. Dove sono in arrivo due casinò. Proprio così: sulla scia della febbre da gioco che contagia sempre più persone – purtroppo – con esiti talvolta drammatici di anziani, padri di famiglia, anche giovani, che rimangono “in mutande”, due imprenditori hanno deciso di avviare dei “bazar delle macchinette”: uno in un capannone di via Milano, l’altro in area Polo tecnologico, laddove c’era fino a qualche anno fa un noto ristorante poi trasferitosi.
Lavori in corso in entrambi i siti per aprire prima possibile, con cartelloni fuori che già avvisano di quanto nascerà all’interno delle strutture: slot, tavoli verdi e quant’altro. Un business, certo, visto dalla parte dei privati. Un’occasione, per i tanti, troppi, che si affidano al luccichio di una slot (come a un gratta e vinci) per sognare di mettere in tasca qualche soldone. Ma anche un segno piuttosto preoccupante, visto che il gioco d’azzardo sta avendo il suo boom proprio nel pieno della crisi economica che ha attanagliato migliaia di famiglie: con il risultato di salvarne una, magari, per mandarne a fondo mille.Non a caso, si moltiplicano le iniziative delle istituzioni per fermare il dilagare del gioco (campagne sociali, progetti di assistenza a chi ne ha fatta ormai una malattia ecc…). Ma dall’altra parte l’offerta continua a proliferare senza sosta.
A quando uno stop?