Brianza e commercio a puntate: com’è la situazione a Seregno?

21 dicembre 2011 | 22:08
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Brianza e commercio a puntate: com’è la situazione a Seregno?

seregno-centro-storico-mbGli acquisti non sono più quelli di un tempo nemmeno per i commercianti di Seregno. La difficoltà della clientela a mettere mano al portafogli si sente anche dietro i banconi di corso del Popolo dove, a fianco degli storici negozi, spuntano sempre più spesso le vetrine dei franchising. Ma la colpa, almeno per alcuni, non è la crisi bensì la (falsa) informazione.

seregno-centro-storico-mbGli acquisti non sono più quelli di un tempo nemmeno per i commercianti di Seregno. La difficoltà della clientela a mettere mano al portafogli si sente anche dietro i banconi di corso del Popolo dove, a fianco degli storici negozi, spuntano sempre più spesso le vetrine dei franchising. Ma la colpa, almeno per alcuni, non è la crisi bensì la (falsa) informazione.

È ciò che sostiene Tino Monti, titolare di “Monti 1922”, negozio di scarpe che nel 2012 festeggerà i 100 anni di attività. «È il terrorismo informativo che ha cambiato gli acquisti – ha affermato – La gente ha paura a spendere, non sente più la libertà d’acquisto di prima. Ma questa situazione non rispecchia la città, Seregno è un centro commerciale all’aperto che resiste».

seregno-negozio-calzature-monti-mbNonostante un abbozzo di ottimismo da parte di alcuni, c’è chi è convinto che la crisi dello shopping c’è e si sente. «Rispetto allo scorso anno abbiamo avuto un calo del 20% degli acquisti, i sabati e le domeniche non sono più così ricchi come prima – ha dichiarato Lara Sedova, del negozio di abbigliamento “Marilyn Fashion” – I clienti sono più attenti a spendere, sono diventati più riflessivi».

Che sia l’errata informazione o la recessione a mettere un freno alla spesa, i negozianti sono tutti d’accordo nel sostenere che i centri commerciali non influenzano gli acquisti nel centro cittadino. «Non sentiamo la concorrenza, forse perché qui intorno non ce ne sono tanti». E in effetti, oltre a quello di Giussano, nei paraggi non ce ne sono altri.

Quello che manca, secondo gli esercenti, sono le politiche a sostegno del commercio locale. «Il Comune dovrebbe far vivere il centro organizzando attività di contorno per favorire lo shopping cittadino», ha spiegato Tino Monti. «Servirebbe un giorno alla settimana con bancarelle», ha suggerito Lara Sedova». «Durante la mattinata il centro storico è vuoto e nel pomeriggio, dopo le 17, scatta il coprifuoco», hanno raccontato.

Quello che serve, invece, è un distretto del commercio. «Ne avremmo bisogno – ha ammesso Monti – Il problema è che tutti vorrebbero qualcosa, ma nessuno poi ha il coraggio di farlo insieme».