Piano territoriale, la Provincia di Monza dice “sì” fra le polemiche

Via libera al Piano territoriale di coordinamento. Dopo una maratona in Consiglio provinciale durata tre sedute, palazzo Grossi ha approvato il documento che tenta di tracciare il futuro sviluppo urbanistico e territoriale della Brianza. Dal centro sinistra sono piovute critiche feroci al Piano, giudicato troppo morbido, ma la maggioranza targata Pdl – Lega ha difeso fino in fondo il Piano che il presidente Dario Allevi ha definito «un freno alla progressiva cementificazione della Brianza».
Via libera al Piano territoriale di coordinamento. Dopo una maratona in Consiglio provinciale durata tre sedute, palazzo Grossi ha approvato il documento che tenta di tracciare il futuro sviluppo urbanistico e territoriale della Brianza. Dal centro sinistra sono piovute critiche feroci al Piano, giudicato troppo morbido, ma la maggioranza targata Pdl – Lega ha difeso fino in fondo il Piano che il presidente Dario Allevi ha definito «un freno alla progressiva cementificazione della Brianza».
I dati contenuti nel Piano presentato pochi giorni fa dicono che la superficie della Provincia è di 405 kmq e che la parte non urbanizzata (pari al 46%) è messa sotto tutela per l’86% attraverso le salvaguardie previste dai parchi regionali, dai Plis (Parchi locali di interesse sovraccomunale), dagli ambiti agricoli strategici, dalla rete verde di ricomposizione e dagli ambiti di interesse provinciale. In definitiva, restano libere aree per poco più di 25 kmq, ovvero il 6% dell’intera superficie.
Il problema è che la Brianza ha il secondo indice di cementificazione più alto d’Italia subito dopo Napoli e per questo motivo, l’obiettivo di Allevi e del vice presidente, Antonino Brambilla, che ha seguito passo dopo passo la messa a punto del Piano, è stato quello di «tutelare le poche zone ancora libere e mettere uno stop al più presto al consumo di terrotorio».
L’operazione, tuttavia, non è piaciuta un granché all’opposizione. «Il confronto per la messa a punto del documento è stato buono – dice Domenico Guerriero, capogruppo Pd –, ma alla fine lascia mano libera ai costruttori su troppe aree». Dei circa novanta, fra emendamenti e ordini del giorni presentati, la maggioranza ne ha bocciati più di 60, compreso quello su Cascinazza, dove il Pgt monzese prevede una lottizzazione da quasi 400 mila metri cubi e che il consigliere Nadio Limonta (Pd) non ha esitato a definire «un vero e proprio buco nero, intoccabile».
Per Sebastiano La Verde, capogruppo dell’Idv, una soluzione al problema avrebbe potuto essere quella di sfruttare in maniera più intensiva le aree dismesse.
Foto: archivio MB News