
Vorrei riallacciarmi all’articolo scritto da Andrea Meregalli qualche settimana fa in merito a quanto espresso dal titolo. L’articolo riportava questa frase del Sig. Fabio Berti, direttore amministrazione Parco: «La norma c’è ma nessuno la rispetta. E ora i controlli sono diminuiti, abbiamo solo 2 Gev per 700 ettari di superficie. Una volta giravo con le fotocopie del regolamento e le distribuivo agli utenti, ma presto mi sono reso conto che la battaglia era persa in partenza».
Vorrei riallacciarmi all’articolo scritto da Andrea Meregalli qualche settimana fa in merito a quanto espresso dal titolo. L’articolo riportava questa frase del Sig. Fabio Berti, direttore amministrazione Parco: «La norma c’è ma nessuno la rispetta. E ora i controlli sono diminuiti, abbiamo solo 2 Gev per 700 ettari di superficie. Una volta giravo con le fotocopie del regolamento e le distribuivo agli utenti, ma presto mi sono reso conto che la battaglia era persa in partenza».
La norma a cui fa riferimento è una norma del 1981! Trent’anni fa esatti! Quante cose sono cambiate in 30 anni? Tantissime. A quell’epoca i cani della Brianza erano per lo più tenuti alla catena o facevano parte dell’arredamento dei giardini e delle ville e nessuno, se non pochi eletti, teneva il cane in casa. Non lo si faceva perché non era parte della cultura di allora. Ciò mi fa pensare che da questa condizione derivi poi la fantomatica norma. Ma oggi non si può limitarsi a vietare o dare mezze libertà – cani liberi con la museruola- come allora.
La possibilità di informazione che hanno i proprietari di cani oggi, rispetto a quelli dell’epoca della norma, è quintuplicata.
A conferma di ciò basta guardare il numero di educatori cinofili presenti sul mercato!
Detto questo ritengo che il primo punto su cui andare a fare leva non è il DIVIETO ma la formazione , e l’educazione civica, dei proprietari di cui io stesso faccio parte.
D’altro canto se all’interno del parco non è consentito lasciare i cani vuol dire che NON SI PUO’!
Personalmente non sono assolutamente d’accordo con questa norma ma credo che l’unico modo per uscire da queste querelle sia rispettarla.
Abituare i cani alla museruola non è bello ma è comunque un passo verso la porta dell’ascolto: finchè non si rispetta non si può pretendere di venire ascoltati.
Ci sono le aree cani, i campi per dare fiato alle esigenze del cane, perché andare ove vietato?
Il passo necessario è avere un cane educato e che risponda perfettamente al richiamo!