Monza: accordo raggiunto per i lavoratori della Cesana. Un anno di cassa

Tornati dalle vacanze hanno avuto la brutta notizia di una possibile chiusura. Protagonisti: i 93 dipendenti della storica azienda produttrice di box doccia Cesana di Vimercate. Ma questa mattina qualcosa si è mosso, dall’incontro nella sede monzese di Confindustria in via Petrarca, i rappresentanti Rsu e i sindacati sono usciti con l’accordo firmato: un anno di cassa integrazione straordinaria, questo è quanto hanno ottenuto finora.
Tornati dalle vacanze hanno avuto la brutta notizia di una possibile chiusura. Protagonisti: i 93 dipendenti della storica azienda produttrice di box doccia Cesana di Vimercate. Ma questa mattina qualcosa si è mosso, dall’incontro nella sede monzese di Confindustria in via Petrarca, i rappresentanti Rsu e i sindacati sono usciti con l’accordo firmato: un anno di cassa integrazione straordinaria, questo è quanto hanno ottenuto finora.
All’origine di tutto la crisi economica che oltre a causare una diminuzione degli ordinativi ha prosciugato le casse dell’azienda, che ad oggi non ha ancora versato la tredicesima agli operai: solo quattro mesi fa la Cesana aveva aperto un distaccamento a Verdellino nel bergamasco: stabilimento produttivo con 76 addetti che lavoravano per la Aquadoor, ramificazione del gruppo Cesana. Lunedì la proprietà ha comunicato in Confindustria la volontà di mettere in liquidazione l’azienda. Immediata la mobilitazione dei dipendenti che ieri hanno organizzato un doppio corteo, al mattino a Verdellino e nel pomeriggio per le vie del centro di Vimercate: dalla sede di via Dalmazia fino a piazza Marconi.
L’accordo raggiunto oggi in Confindustria mette al sicuro solo per un anno tutti i 93 dipendenti, tra cui i 16 presenti della sede amministrativa di Vimercate: per il secondo anno di cassa, invece, sono stati posti dei paletti. Nel corso dei mesi a venire attraverso prepensionamenti, mobilità e ricollocamento l’azienda conta di raggiungere il numero massimo di 74 dipendenti, oltre il quale non verrà concesso un secondo anno aggiuntivo di ammortizzatori sociali.
“Come primo passo va bene – dice Cristian Verdi, della FEMCA CISL -, non siamo certo soddisfatti, ma è il primo passaggio. Adesso dovremo verificare le possibilità di nuovi acquirenti, promuovere nuovi incentivi al ricollocamento e altre azioni di politiche attive per il lavoro”.
Ora la patata bollente passa al Ministero del Lavoro, che in questo anno dovrà tentare di trovare nuovi acquirenti per l’azienda e ricollocare anche attraverso corsi di formazione i dipendenti in esubero. Entro il 31 marzo 2012 dovranno essere terminate le commisse già in fase di lavorazione.