Monza, lo sfogo dei detenuti: «in celle peggiori di quelle degli animali»

Dopo gli appelli lanciati da associazioni, sindacati e da qualche politico, anche i detenuti della casa circondariale di Monza hanno rotto il silenzio e hanno deciso di far sentire la loro voce. A pochi giorni di distanza dalla visita dell’onorevole Renato Farina, che attraverso un messaggio su Facebook aveva denunciato la «situazione spaventosa» di Sanquirico (leggi l’articolo), i carcerati hanno affidato il loro sfogo a un comunicato stampa.
Dopo gli appelli lanciati da associazioni, sindacati e da qualche politico, anche i detenuti della casa circondariale di Monza hanno rotto il silenzio e hanno deciso di far sentire la loro voce. A pochi giorni di distanza dalla visita dell’onorevole Renato Farina, che attraverso un messaggio su Facebook aveva denunciato la «situazione spaventosa» di Sanquirico (leggi l’articolo), i carcerati hanno affidato il loro sfogo a un comunicato stampa.
«Sostiamo in celle peggiori di quelle concesse agli animali, predisposte per due detenuti – si legge nel documento scritto dal Comitato detenuti della casa circondariale di Monza -. Le finestre sono dotate di plastica con enormi fessure. I muri sono bagnati a causa dell’umidità. Il locale adibito alla doccia non è funzionante in parte e sprovvisto di luce. Le infiltrazioni d’acqua sono presenti anche nelle parti comuni dell’edificio spesso dotate di contenitori posti sul pavimento per raccogliere l’acqua».
Poche righe attraverso le quali i detenuti denunciano la loro situazione e la difficile vita dietro le sbarre. «Ripetiamo comunque che non crediamo di essere in vacanza, ma pensiamo che sia giusto salvare un minimo di dignità – hanno sottolineato -. Ci sono cose che riteniamo comunque fondamentali come ad esempio le enormi difficoltà che incontriamo nell’interagire con soggetti detenuti, i quali manifestano palesemente disagi di tipo psicologico non solo dovuti alla detenzione, ma spesso con patologie diagnosticate in precedenza. Soggetti che hanno problemi di salute e per i quali gli interventi sanitari arrivano con tempi lunghi. Non vi sono iniziative culturali o comunque attività atte a rendere la permanenza in questo luogo umanamente degna, ad esclusione di annunci o tentativi».
Da qualche giorno i detenuti hanno iniziato uno sciopero della fame a rotazione. «Ogni giorno quattro celle effettueranno la protesta per la situazione disumana in cui NON viviamo – hanno concluso -. Tutto questo ed altro merita l’attenzione di chiunque si riempie la bocca, per così dire, di parole come: dignità, umanità, giustizia».