Besana. Don Max, dopo la “gogna mediatica” la scuola media lo consola

La scuola media “Aldo Moro” di Besana Brianza prende le difese di don Max (Massimo Donghi) il prete che invece di andare a fare gli esercizi spirituali era in vacanza sulla Concordia. Smascherato dalla nipote su facebook, la sua brutta figura è finita per la singolarità del caso alla ribalta degli onori della cronaca prima locale e poi nazionale.
La scuola media “Aldo Moro” di Besana Brianza prende le difese di don Max (Massimo Donghi) il prete che invece di andare a fare gli esercizi spirituali era in vacanza sulla Concordia. Smascherato dalla nipote su facebook, la sua brutta figura è finita per la singolarità del caso alla ribalta degli onori della cronaca prima locale e poi nazionale.
E mentre la Concordia rischia di inabissarsi definitivamente, anche la reputazione del don è su quella rotta: i besanesi sono divisi tra chi lo perdona e chi lo addita. Adesso è la volta della scuola dove lavora, che fa parte dell’istituto comprensivo “Giovanni XXIII” di Besana Brianza, che prende da qualche giorno le sue difese per la “gogna mediatica a cui è stato sottoposto” (il prete Pinocchio si è anche beccato un bel tapiro da Striscia la Notizia). La scuola in una circolare ribadisce l’affetto e la fiducia verso il professore di religione.
Sta di fatto che poco dopo il post della nipote nel social network più famoso al mondo, subito si era cercato di capire fino a che punto si fosse spinta la menzogna del prete, se solo avesse ingannato i parrocchiani o anche il datore di lavoro. Il dubbio resta: la scuola glissa sul particolare dietro un secco “”no comment” e quindi non è dato sapere se l’istituto avesse concesso le ferie al don sapendo che sarebbe andato in crociera o il permesso fosse per lo sbadierato ritiro spirituale.
E così sul sito dell’istituto dal 27 gennaio si possono leggere delle parole che, più che difensive, suonano consolatorie della sfortunata vicenda: «Siamo colleghi e amici di don Massimo e non possiamo tollerare oltre la gogna mediatica cui è stato sottoposto. Conosciamo da vicino don Max e lo stimiamo molto come persona, come sacerdote e come educatore: la riprova di ciò è testimoniata dall’affetto che i ragazzi besanesi nutrono per lui e dalla rinnovata vitalità che ha saputo infondere alla vita degli oratori della città e del territorio. Le notizie comparse prima sulla stampa locale, poi su quella nazionale ci impongono di esprimergli la nostra rinnovata stima e la nosta più sincera solidarietà. La cosa che più ci rammarica è che a livello mediatico non siano mai stati rilevati la dedizione, la serietà e l’entusiasmo che don Massimo ha sempre espresso sia come sacerdote che come insegnante».