Berlusconi e Romani si difendono dalle accuse di istigazioni alla corruzione

Reazioni a catena scatenate dalla notizia che la variante al Pgt è finita nel mirino della Procura. I due indagati, Paolo Berlusconi e Paolo Romani, si sono detti completamente estranei ai fatti: i pm di Monza hanno ipotizzato nei loro confronti il reato di istigazione alla corruzione per avere tentato di favorire l’approvazione della variante.
Reazioni a catena scatenate dalla notizia che la variante al Pgt è finita nel mirino della Procura. I due indagati, Paolo Berlusconi e Paolo Romani, si sono detti completamente estranei ai fatti: i pm di Monza hanno ipotizzato nei loro confronti il reato di istigazione alla corruzione per avere tentato di favorire l’approvazione della variante.
In una nota Berlusconi osserva che «l’iscrizione, atto dovuto, è originata da un esposto dell’ex sindaco del centrosinistra, Michele Faglia, a me politicamente avverso. Spero che potrò dimostrare la mia assoluta estraneità all’ipotesi delittuosa che mi viene, per il momento, contestata», mentre Romani si messo a disposizione dei magistrati per ogni chiarimento.
L’ex sindaco, Marco Mariani, ha invece escluso qualsiasi pressione. «In cinque anni – commenta l’ex borgomastro -. Nessuno ha mai fatto pressioni su di me o, che io sappia, sui consiglieri». L’autore dell’esposto, Michele Faglia, invece, ricorda che gli esposti sono molto di più. «Dall’anno scorso ne abbiamo presentati ben sei – spiega – e l’ultimo risale a poche settimane fa. Nel corso dell’iter di approvazione del documento abbiamo riscontrato quelle che secondo noi sono gravi irregolarità». Lunedì mattina, infine, i pm hanno interrogato in qualità di persona informata sui fatti uno dei consiglieri che avrebbero ricevuto pressioni, Ruggiero De Pasquale, che per i delicati equilibri del consiglio monzese degli ultimi mesi sarebbe stato in grado di spostare il voto. Faglia, nell’esposto, aveva segnalato una sua dichiarazione ai giornali locali nel giugno del 2011 in cui diceva che «a differenza dei colleghi non ho interesse a votare la variante». De Pasquale però smentisce tutto. «Le mie parole sono state travisate – commenta -. Volevo solo dire che io personalmente non avevo interesse a votare contro o a favore. I pm mi hanno chiesto di ricostruire ciò che è accaduto ma per ovvi motivi non posso rivelare il contenuto dell’interrogatorio».