Lambro: per i Tagliabue rinvio a giudizio per il disastro ambientale?

11 maggio 2012 | 22:07
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Lambro: per i Tagliabue rinvio a giudizio per il disastro ambientale?

lombarda-petroli-paxI responsabili della contabilità di Lombarda Petroli hanno chiesto ed ottenuto il patteggiamento in merito al disastro che nel 2010 colpì il Lambro a causa di uno sversamento dell’ex petrolchimica, mentre per i due titolari dell’azienda, i fratelli Tagliabue, potrebbe esserci in vista il rinvio a giudizio.

lombarda-petroli-paxI responsabili della contabilità di Lombarda Petroli hanno chiesto ed ottenuto il patteggiamento in merito al disastro che nel 2010 colpì il Lambro a causa di uno sversamento dell’ex petrolchimica, mentre per i due titolari dell’azienda, i fratelli Tagliabue, potrebbe esserci in vista il rinvio a giudizio.

Erano le otto del mattino del 23 febbraio 2010, quando tonnellate di olii combustibili ed idrocarburi, si riversarono nelle acque del fiume Lambro, arrivando fino al Po, e compromettendo seriamente il suo ecosistema. La causa fu subito individuata nell’apertura delle cisterne della Lombarda Petroli di Villasanta, un’ex raffineria, da anni adibita al solo stoccaggio. Le indagini, coordinate dalla Procura di Monza, non sono mai arrivate a scoprire chi abbia fisicamente manomesso le valvole, quella notte, ma per il disastro ecologico, sono stati indagati Rinaldo e Giuseppe Tagliabue, titolari dell’azienda. Insieme a loro però, dopo aver verificato varie irregolarità nella contabilità aziendale, secondo l’accusa atte a nascondere il reale giro d’affari della società, sono stati indagati anche Alfredo Pilotti e Maurizio Viganò. Per loro, dopo la richiesta di patteggiamento, la condanna potrebbe scendere sotto i due anni. I fratelli Tagliabue, che da sempre hanno sostenuto con forza la propria estraneità ai fatti, si prospetta invece un iter più lungo. Secondo l’accusa, che ha incluso nei presunti responsabili anche il custode notturno dello stabilimento, indagato per omessa custodia, il disastro avrebbe avuto origine dolosa. Per non incorrere nelle sanzioni risultanti dai controlli, secondo la Procura i Tagliabue avrebbero favorito il sabotaggio delle cisterne.