Vimercate, bimba rapita in Siria. E la legge italiana ha le mani legate?

18 maggio 2012 | 22:01
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Vimercate, bimba rapita in Siria. E la legge italiana ha le mani legate?

Stalking-MBSono trascorsi quattro mesi e mezzo da quando Emma, bimba di 21 mesi rapita dal padre siriano Kharat Mohammed e portata nel paese natale, è ormai scomparsa nel nulla. La legge italiana non può fare niente perché la bambina, nata in Italia da mamma italiana, faccia ritorno a casa.

Stalking-MBSono trascorsi quattro mesi e mezzo da quando Emma, bimba di 21 mesi rapita dal padre siriano Kharat Mohammed e portata nel paese natale, è ormai scomparsa nel nulla. La legge italiana non può fare niente perché la bambina, nata in Italia da mamma italiana, faccia ritorno a casa.

E’ bastato un sms di Kharat “porto via la bambina, non la rivedrai mai più” e la complicità di un’amica italiana, perché l’uomo sia riuscito a far perdere le proprie tracce in Siria, a metà dicembre scorso. Non esistono accordi internazionali con la Siria, su cui far leva “diplomatica” ed essendo in atto la guerra civile, non sarebbe ipotizzabile nemmeno la presentazione di una richiesta di estradizione destinata, molto probabilmente, a restare lettera morta. La situazione è dunque questa, almeno secondo quanto fatto trapelare tra i corridoi della Procura di Monza, dove il fascicolo è nelle mani del Sostituto Procuratore Vincenzo Nicolini. Non si può fare nulla. Tutte inutili quindi, le apparizioni e gli appelli televisivi di Alice Rossini, 25 enne di Vimercate e madre della piccola che, dal giorno del suo rapimento, non si da pace. E’ possibile che non si sia mai pensato ad un Diritto Internazionale per la tutela dei minori? Ma se il nostro paese non può nulla contro chi rapisce un minore e lo porta all’estero, nonostante sia un genitore, non dovrebbe esserci un controllo “certosino” quando una persona si appresta ad un imbarco internazionale con un minore? Kharat Mohammed di certo è stato previdente. Invece di prenotare un volo diretto per il suo paese, ha scelto di volare da Milano/Malpensa ad Atene, tra l’altro in compagnia di un’amica, Sabrina Colnaghi, probabilmente pensando di dare meno nell’occhio. Ci si chiede quindi, ma questa donna (poi rientrata in Italia mentre la piccola Emma e suo padre sono volati a Damasco), ha per caso finto di essere la madre? I suoi documenti sono stati controllati a dovere? Come ha fatto una bimba di 21 mesi ad essere imbarcata su un volo internazionale senza la firma di autorizzazione della madre? Sono tutte domande a cui sarebbe quanto meno lecita una risposta.

Forse resterà un miraggio poter aiutare Emma a tornare in Italia, ma di certo si può e si deve fare di più, perché altri bambini, nati da un amore “internazionale”, che come qualsiasi altro amore può finire, non vengano rapiti, strappati ad altre madri o padri e portati in paesi di diversa cultura, senza che sia stato un Tribunale a decidere cosa sarebbe stato meglio per il suo futuro.