Da Confindustria MB al G20: Paola Carniglia, donna manager di successo

19 giugno 2012 | 22:04
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Da Confindustria MB al G20: Paola Carniglia, donna manager di successo

Carniglia Paola-consigliere-g.giovani-confindustria1-mbResponsabile Commerciale e Relazioni Esterne nell’impresa di famiglia, OTIM spa Milano, consigliere del Gruppo Giovani di Confindustria Monza e Brianza, promotrice per la Lombardia della Fondazione Italia-Cina. Milanese di nascita e brianzola d’adozione, Paola Carniglia è orgogliosa di essere una mamma-donna manager. Recente, poi, la sua partecipazione al G20 YES YOUNG ENTERPRENEUR SUMMIT che l’ha vista tra i protagonisti.

Carniglia Paola-consigliere-g.giovani-confindustria1-mbResponsabile Commerciale e Relazioni Esterne nell’impresa di famiglia, OTIM spa Milano, consigliere del Gruppo Giovani di Confindustria Monza e Brianza, promotrice per la Lombardia della Fondazione Italia-Cina. Milanese di nascita e brianzola d’adozione, Paola Carniglia è orgogliosa di essere una mamma-donna manager. Recente, poi, la sua partecipazione al G20 YES YOUNG ENTERPRENEUR SUMMIT che l’ha vista tra i protagonisti.

A parlarci di questa sua esperienza internazionale e della sua vita è lei stessa.

Ci descrive nel dettaglio la sua partecipazione al G20 YES YOUNG ENTERPRENEUR SUMMIT?

Da tre anni frequento tutti i mesi i consigli centrali di Confindustria a Roma, ci ritroviamo da tutta Italia per confrontarci sulle problematiche economiche del Paese. Durante queste giornate, ci riuniamo in commissioni di lavoro rivolte a varie tematiche quali education, welfare, marketing e molte altre, tra cui la mia, Relazioni Internazionali e YES, che si occupa di tutto quello che sono le relazioni con giovani imprenditori di altri paesi. Dopo aver accettato la mia candidatura (i posti a disposizione era solo 15 per paese e noi alla fine eravamo in 13, di cui 4 donne provenienti da tutta Italia) con grande orgoglio ho avuto la possibilità di partecipare al G20 YES YOUNG ENTERPRENEUR SUMMIT svoltosi a Città del Messico. Si è trattato di un incontro con 400 giovani imprenditori provenienti dai 20 paesi più industrializzati del mondo. Tre giornate in cui, attraverso lavori di gruppo e in plenaria, è stato elaborato un comunicato firmato dai presidenti di ogni delegazione e presentato direttamente da noi durante un incontro al presidente Calderon.

Quali sono i punti chiave intorno ai quali verte il comunicato?

In primis, creare una serie di forme di finanziamento tradizionali e innovative a supporto delle imprese nelle diverse fasi di sviluppo. Facilitare l’accesso ad informazioni ed iniziative a supporto della crescita dei giovani imprenditori. Promuovere una maggiore collaborazione tra imprese, governi, società civile e mondo accademico. Ridurre regolamentazioni e tassazioni sule imprese nelle fasi di start up. Sviluppare la cultura imprenditoriale giovanile durante il percorso di studi.

G20: aspetti positivi e non. Cosa le è piaciuto e cosa meno?

L’aspetto più positivo è stato quello di avere uno scambio con giovani arrivati da tutto il mondo alle prese con le stesse problematiche: burocrazie complicate, difficile accesso al credito, scarsa cultura imprenditoriale. Attraverso dei workshop attivi si è cercato di creare e un dibattito costruttivo differenziando ogni tavolo con imprenditori provenienti da diversi paesi. La cosa bella è stato vedere la passione nelle proprie attività e la voglia di lavorare per un futuro migliore. Positivi e stimolanti soprattutto le storie di due donne imprenditrici di successo.

Non mi sono piaciuti molto gli “accademici” nel corso delle sessioni plenarie, qualche politico è stato un po’ troppo “istituzionale” e poco propositivo. Ho sempre preferito l’azione alle parole. E poi ritmi serratissimi: dalle 8 del mattino alle 8 di sera, è dura mantenere la concentrazione in un’altra lingua per tutte quelle ore.

Carniglia Paola-consigliere-g.giovani-confindustria-mbData la situazione economica che stiamo attraversando, quali prospettive prevede?

Per ora vedo il successo della Grecia, che rimane nell’euro. Si tratta di una buona notizia, certo è che le cose non migliorano: spero che la storia dia ragione a chi sostiene che usciremo presto da questo ciclo negativo. Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo sederci ad aspettare che le cose cambino.

Credo che noi giovani abbiamo delle grosse responsabilità verso le generazioni future, si deve agire adesso se vogliamo facilitare la vita ai nostri figli. Si è persa un po’ la voglia e gli stimoli per lottare in quello in cui crediamo: adesso è arrivato il momento di alzare la testa e parlare. Se anche solo qualcuno dei punti elaborati in Messico venisse ascoltato, si darebbe la possibilità a nuove aziende di formarsi e a quelle esistenti di crescere. Dovrebbe esserci più comunicazione tra il mondo Politico e l’imprenditoria.

Passando alla sua carriera e alle sua vita. Ci dica qualcosa di lei che non vorremmo sapere…

Volevo fare la giornalista, lavorare per la CNN e fare l’inviato di guerra, come Christiane Amanpour, il mio idolo. Per diletto ho un blog e spero un domani pubblicare il mio primo romanzo. Rigorosamente d’amore.

Una domanda classica: ci parli della sua storia personale, stato civile, figli, percorso di studi.

Dopo il liceo linguistico ho studiato economia alla Bocconi. Prima sposata, poi separata, ora sono la mamma del piccolo Matteo, che ha quasi 5 anni. Stato civile attuale? Sono una single, ma non certo convinta, non ho gettato la spugna e mi piacerebbe avere ancora dei figli. Conciliare il lavoro e un bimbo piccolo è dura: ho una vita molto intensa tra famiglia, lavoro, amici e impegni per Confindustria. Sono, comunque una persona molto organizzata e il padre di mio figlio mi da una mano: è molto presente nella sua vita concedendomi dei momenti tutti per me.

Se parliamo della sua azienda: quando è nata la OTIM? E quando lei è entrata a farne parte?

La OTIM nasce nel 1948 dalla mente di mio nonno Enrico, e di un suo socio, il ragioniere Rossolimo. Nasce subito come azienda di trasporti internazionali. Nel corso degli anni la direzione è passata a mio padre Mario, suo fratello, Giovanni (scomparso ormai da più di 20 anni), e alla figlia del ragioniere, Patrizia Rossolimo. Ora siamo alla terza generazione, tutti i figli sono in azienda: io, mio fratello Enrico, Chiara (figlia di Patrizia), da qualche anno fa parte dell’azionariato anche Renzo Ragazzi che ha dato una forte spinta al nostro sviluppo in Cina ove risiede da molti anni ed è stato recentemente raggiunto da suo figlio Massimo, entrato in azienda da qualche anno. Il mercato cinese è sempre stato uno dei nostri fiori all’occhiello ed oggi possiamo vantare nostri uffici di proprietà e circa 40 dipendenti.

Punti di forza dell’azienda, oltre ai trasporti marittimi e aerei di ogni genere, il reparto fiere e il reparto impiantistica ed oil and gas che comprende i trasporti definiti “speciali”. Io sono entrata in azienda nel 2001 dopo un anno presso un armatore a New York. Prima ho seguito le fiere internazionali e ho girato il mondo, poi, dopo la nascita di mio figlio, sono diventata responsabile Commerciale dell’azienda. Viaggiare mi manca molto e cerco di farlo ogni volta che ne ho la possibilità.

Quali sono state le sue fonti di ispirazione? Quali sono le motivazioni che ogni giorno la spingono ad affrontare la sfida in azienda?

Sicuramente la mia fonte di ispirazione è mio padre: vera anima operativa dell’OTIM. Lavora da oltre 50anni e da lui c’è paola-carniglia-1solo tanto da imparare. Ha ancora quell’entusiasmo e quella voglia di fare che forse mancano un po’ al giorno d’oggi. Per lui è tutto sempre una sfida, una nuova conquista, un nuovo paese, non è mai stanco. Condividiamo lo stesso ufficio e una scrivania gigante… a volte ci scorniamo perchè abbiamo entrambi un bel caratterino, ma è proprio quella la sfida, cercare di fare sempre meglio.

In una recente intervista ha parlato di “passaggio generazionale” e di “quotidianità maschilista”. Quali sono le criticità di entrambi questi aspetti?

Beh, l’aspetto negativo di mio padre è che, nonostante i suoi 71 anni, non molla un centimetro la sua poltrona! E fa bene, per carità! Però vorremmo crescere anche noi! Penso che la sua non sia una presa di posizione: ama il suo lavoro e non è proprio “capace” di affrontare un passaggio generazionale da libri universitari.

Il maschilismo, poi, è presente ovunque. Non sono a favore delle quote rosa, la carriera va meritata, ma neanche ostacolare noi donne. Certo è che il desiderio di essere mamma a volte si scontra con 12 ore di lavoro e viaggi continui, ma le due cose possono funzionare se ci si sa organizzare, non ho dubbi. Noi in azienda crediamo nelle donne, siamo in maggioranza anche se, a parte Patrizia che è amministratore delegato, non ci sono donne dirigenti, sarà un caso?

Qualche desiderio che vorrebbe vedere realizzarsi?

Per la OTIM vorrei vederla “sana e prosperosa”: papà le ha fatto compiere il salto di qualità, mi basterebbe riuscire a mantenerla così crescendo magari ancora un po’ per dare la possibilità anche a mio figlio di lavorare in azienda, ma solo se lo vorrà. Per me, invece, sogno qualcosa di più romantico e tutti hanno già capito cosa!

Foto: Paola Carniglia