Maturità: ecco come si preparano agli esami gli studenti brianzoli

Studio matto e disperatissimo? Dipende. Non tutti i maturandi di Monza e Brianza si preparano agli esami con uguale impegno. C’è chi studia pomeriggio e sera dai primi di maggio e chi ha iniziato a farlo solo al termine delle lezioni, confidando nella buona sorte e in full immersion dell’ultimo minuto. In ogni caso, secondo il parere dei giovani monzesi intervistati, è meglio studiare da soli, a casa: si spera che l’isolamento e l’ambiente familiare incoraggino concentrazione e produttività. Biblioteche e ripassi collettivi non sembrano molto gettonati: gli amici si vedono in altri momenti.
Studio matto e disperatissimo? Dipende. Non tutti i maturandi di Monza e Brianza si preparano agli esami con uguale impegno. C’è chi studia pomeriggio e sera dai primi di maggio e chi ha iniziato a farlo solo al termine delle lezioni, confidando nella buona sorte e in full immersion dell’ultimo minuto. In ogni caso, secondo il parere dei giovani monzesi intervistati, è meglio studiare da soli, a casa: si spera che l’isolamento e l’ambiente familiare incoraggino concentrazione e produttività. Biblioteche e ripassi collettivi non sembrano molto gettonati: gli amici si vedono in altri momenti.
Bisogna ottimizzare il poco tempo rimasto, anche perché tesine e progetti sono ancora da ultimare, e il ripasso di tutte le materie non è poi così immediato, anzi. Chi non ha studiato con costanza durante l’anno scolastico si ritrova ad immagazzinare dati e nozioni, con la speranza di ripescare la formula giusta al momento giusto: decisamente più facile riuscire ad estrarre il coniglio bianco dal proverbiale cilindro.
La prima prova è la più soft, a detta dei ragazzi: analisi del testo e tema storico sono pane per i secchioni, i più si buttano sui materiali forniti per l’articolo di giornale (o saggio breve), così non si rischia di sbagliare né di dover usare troppa inventiva.
La seconda prova è quella che, all’unanimità, suscita i peggiori incubi in queste notti prima degli esami. Che sia matematica, come allo scientifico, o meccanica, come all’istituto tecnico industriale, non ci sono dubbi: superata la seconda prova, è tutto in discesa, “Perché tanto studiare per la terza prova e per l’orale è la stessa cosa”, afferma Andrea, maturando del Frisi di Monza. “Le materie oggetto del terzo scritto sono prevedibili al 99%”, assicura Francesco, studente dell’Hensemberger, istituto tecnico del capoluogo. Superato il triplice scoglio degli scritti, magari con l’aiuto di qualche occhio buttato sui fogli dei compagni, e di qualche bigliettino sapientemente nascosto, l’orale ha l’apparenza di una passeggiata: prendendo avvio dalla tesina elaborata, sembra quasi di giocare in casa.
Ma le menti dei maturandi sono già proiettate ai viaggi post maturità, stabiliti con largo anticipo e vagheggiati come oasi, in questi aridi e desertici giorni di studio. Che sia Barcellona la meta designata, oppure Monaco, per fare il pieno di birra, poco importa: i ragazzi sanno che li attende una delle loro estati più belle.