Monza Calcio, Iacopino farà ricorso per la condanna per il calcioscommesse

Il capitano del Monza, Vincenzo Iacopino, ricorrerà attraverso i suoi legali alla Corte di giustizia della Federcalcio contro la squalifica di 3 anni e 6 mesi inflittagli dalla Commissione disciplinare della stessa Figc al termine del processo sportivo relativo al primo filone dell’inchiesta sulle scommesse. Ad annunciarlo nel corso di una conferenza stampa sono stati proprio i suoi avvocati difensori, Pier Angelo Mainini e Luigi Peronetti.
Il capitano del Monza, Vincenzo Iacopino, ricorrerà attraverso i suoi legali alla Corte di giustizia della Federcalcio contro la squalifica di 3 anni e 6 mesi inflittagli dalla Commissione disciplinare della stessa Figc al termine del processo sportivo relativo al primo filone dell’inchiesta sulle scommesse. Ad annunciarlo nel corso di una conferenza stampa sono stati proprio i suoi avvocati difensori, Pier Angelo Mainini e Luigi Peronetti.
Iacopino è stato condannato in riferimento alla partita Cremonese-Monza di Coppa Italia Lega Pro del 27 ottobre 2010. Secondo la Disciplinare, “la gara in questione è stata oggetto di un tentativo di alterazione posto in essere da Gervasoni, Paoloni e Stefani, all’epoca dei fatti calciatori della Cremonese, e da Fiuzzi, Alberti e Iacopino, all’epoca dei fatti calciatori del Monza. Su richiesta del gruppo degli ‘zingari’, che ha messo a disposizione la somma di 40mila euro, Paoloni ha proposto a Gervasoni la realizzazione di un ‘over’ con sconfitta della propria squadra. Per la realizzazione dell’illecito è stato coinvolto anche Stefani perché conosceva alcuni calciatori della squadra avversaria. Dopo la gara, Stefani ha consegnato parte della somma ricevuta dall’esponente del gruppo degli ‘zingari’ G.A. a Fiuzzi, Alberti e Iacopino. In definitiva, Gervasoni, Paoloni, Stefani, Fiuzzi, Alberti e Iacopino, in concorso con altri soggetti tesserati e allo stato non identificati, hanno posto in essere atti diretti ad alterare lo svolgimento e il risultato della gara, in funzione della realizzazione di un ‘over’. Tali circostanze trovano riscontro nelle dichiarazioni particolarmente circostanziate, rese dinanzi all’Autorità giudiziaria di Cremona e alla Procura federale, di Gervasoni, le quali risultano credibili e attendibili, oltre che autoaccusatorie prima ancora che di chiamata in correità di altri soggetti. Inoltre, i rapporti tra i calciatori vengono confermati dagli stessi interessati e dai contatti telefonici intercorsi tra loro”.
Iacopino, non presente alla conferenza stampa perché a Napoli per la nascita di una nipote, ha comunque lasciato un messaggio: “Per me sono giorni di grande delusione. Il deferimento è un’accusa pesante, ma io resto sereno anche se molto amareggiato. La mia serenità mi viene dal sapere che non ho fatto nulla. Stanno lavorando i magistrati, che sono sicuro faranno bene il loro lavoro e alla fine verrà provata la mia totale estraneità”.
Mainini, tra l’altro ex vicepresidente del Monza, ha spiegato: “Iacopino si sente vittima di un’ingiustizia. Noi ci siamo convinti subito della sua innocenza quando, spiegandogli della possibilità di patteggiare, lui ha rifiutato decisamente. Siamo sorpresi del fatto che la Disciplinare abbia fatto proprie acriticamente le motivazioni di condanna esposte dal procuratore Stefano Palazzi. Domani (giovedì, ndr) depositeremo il ricorso in appello, per evidenziare (in 37 pagine) come nel primo grado di giudizio non si sia tenuto conto di molti aspetti importanti. Seguendo ciò che dice il procuratore, si può dire di essere colpevoli se si rintracciano sms, telefonate prima e dopo la partita, doppi o tripli numeri telefonici, giri strani di soldi: questi sarebbero elementi probatori di illecito. Ebbene, per Iacopino non c’è nulla di nulla. In 6mila pagine di atti non si legge mai il suo nome. Gli stessi tre collaboratori di Palazzi hanno scritto che tutti i giocatori coinvolti hanno decisamente negato gli addebiti e che gli episodi denunciati non hanno trovato riscontro, nemmeno nelle indagini della Polizia giudiziaria di Cremona. L’atto d’accusa di Gervasoni è addirittura ‘de relato’. Cioè è Saverino che ha detto a Paoloni che ha detto a Gervasoni che Stefani avrebbe detto che era possibile combinare una partita. Sono accuse di quinta mano…Insomma, quella contro Iacopino è una cosa campata per aria. Siamo di fronte a una sentenza molto infamante”.
Peronetti ha aggiunto: “La sentenza è assolutamente priva di motivazioni, dunque c’è un dovere costituzionale non rispettato. Poi è evidente che la Procura della Figc è divisa: ci sono tre viceprocuratori che hanno scritto il contrario di quanto scritto invece dal procuratore. È inaccettabile. Tanto più che anche nel giudizio sportivo vige il principio dell”oltre ogni ragionevole dubbio’. E qui al contrario ci troviamo di fronte ad accuse non riscontrate peraltro mosse da una persona inattendibile, Gervasoni”.
Il processo d’appello si svolgerà probabilmente nella prima settimana di luglio. “La sentenza dovrebbe arrivare intorno alla metà del mese prossimo – specificano Peronetti e Mainini – Siamo ottimisti. E comunque, se sarà necessario, ricorreremo fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo”.
Le sentenze di primo grado hanno colpito anche la società biancorossa, punita con 5 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato per responsabilità oggettiva, i giocatori del club brianzolo Luca Fiuzzi e Roberto Colacone, squalificati per 4 anni (il secondo per illeciti commessi quando militava nell’Ancona), e il giocatore Andrea Alberti (quest’ultimo attualmente in forza al Prato), squalificato per 3 anni e 6 mesi. Il Monza ha comunicato “che sta valutando di presentare appello”.