Seregno. Bambino morto in piscina, al processo assolti i due imputati

E’ stata questione di un attimo. Massimo si è tuffato in acqua, nella piscina Porada di Seregno dove era andato in gita con l’oratorio, e non è più tornato in superficie. Per il Tribunale di Desio, che ieri ha visto in aula il direttore della piscina e la bagnina, imputati a processo per non aver segnalato la profondità dell’acqua e non aver esortato i bambini ad indossare la ciambella, il fatto non sussiste.
E’ stata questione di un attimo. Massimo si è tuffato in acqua, nella piscina Porada di Seregno dove era andato in gita con l’oratorio, e non è più tornato in superficie. Per il Tribunale di Desio, che ieri ha visto in aula il direttore della piscina e la bagnina, imputati a processo per non aver segnalato la profondità dell’acqua e non aver esortato i bambini ad indossare la ciambella, il fatto non sussiste.
Entrambe gli imputati sono stati quindi assolti con formula piena.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Monza, Emma Gambardella, aveva richiesto per tutti e due una condanna ad un anno di reclusione. Secondo il Pm la bagnina, accortosi del piccolo Massimo in acqua, non si era tuffata abbastanza in fetta, mentre il direttore aveva omesso di segnalare la profondità dell’acqua ai giovanissimi ospiti del centro. Vari periti ascoltati durante il processo, durato quasi quattro anni, hanno però confermato che il piccolo Massimo sia deceduto per “Idrocuzione”, ovvero un rarissimo shock termico che causa immediato arresto cardiaco. Secondo i giudici quindi, per il bambino non ci sarebbe stato nulla da fare. L’unico ad essere condannato, per omessa custodia, è stato il parroco dell’oratorio, Don Adriano Colombini, condannato a sei mesi con sospensione di pena.