Renate questione moschea: i sindaci a confronto con il prefetto

3 luglio 2012 | 22:02
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Renate questione moschea: i sindaci a confronto con il prefetto

Nuovo capitolo della vicenda della moschea di Renate, che a causa di un condono può contenere solo una trentina di persone, mentre sono circa 200 coloro che ne usufruiscono. Qualche giorno fa si è tenuto l’incontro tra il prefetto di Monza, Giovanna Vilasi e i primi cittadini di Renate, Besana, Veduggio con Colzano e Briosco.

Nuovo capitolo della vicenda della moschea di Renate, che a causa di un condono può contenere solo una trentina di persone, mentre sono circa 200 coloro che ne usufruiscono. Qualche giorno fa si è tenuto l’incontro tra il prefetto di Monza, Giovanna Vilasi e i primi cittadini di Renate, Besana, Veduggio con Colzano e Briosco.

Il primo cittadino de Besana, Vittorio Gatti, accompagnato dal vicesindaco Davide Cereda, sintetizza così l’esito dell’incontro: «Sostanzialmente si auspica che in ogni comune ci sia una sede per la preghiera degli islamici, ma il comune di Besana non concederà degli spazi comunali, perciò si dovranno organizzare in modo autonomo». Con queste parole viene fugato ogni dubbio sulla possibile frattura della maggioranza in giunta (Lega Nord-Pdl), paventata sabato scorso durante la manifestazione del Carroccio quando il vicesindaco ha minacciato di revocare il sostegno al sindaco se avesse concesso spazi appartenenti al comune. Tema che sta a cuore ai leghisti di Besana, perchè due venerdì fa gli islamici hanno pregato davanti al centro sportivo di Villa Raverio (frazione di Besana).

«Tra un paio di settimane ci sarà un altro incontro a cui sarà presente anche Aziz Lakraidi il presidente del “La Pace” (associazione della comunità islamica ndr), dove si deciderà il da farsi» conclude Gatti.

Interpellato anche Aziz Lakraidi afferma: «Sono stato convocato per venerdì mattina (6 luglio), comunque vogliamo trovare una soluzione nel rispetto delle regole, perchè a metà luglio comincerà anche il ramadan e non possiamo continuare a pregare a gruppi di 30 persone alla volta». Concede una sola battuta alla domanda sulla manifestazione della Lega del 23 giugno: «stiamo cercando un’integrazione in Italia, facciamo la figura dei musulmani che fanno casino, visto che ci riuniamo in tanti fuori dalla moschea per aspettare il nostro turno».

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