La Brianza che “azzarda” fa i conti col decretone. «Ridicolo proibizionismo»

Ventisette articoli per il “decretone” sanità targato Renato Balduzzi, ministro della Salute, in agenda al Consiglio dei Ministri venerdì prossimo. Diverse le novità, molte delle quali tracciano – o tentano di tracciare – una via maestra a proposito degli stili di vita e dell’alimentazione da seguire.
Ventisette articoli per il “decretone” sanità targato Renato Balduzzi, ministro della Salute, in agenda al Consiglio dei Ministri venerdì prossimo. Diverse le novità, molte delle quali tracciano – o tentano di tracciare – una via maestra a proposito degli stili di vita e dell’alimentazione da seguire.
Stangate ai tabaccai che vendono sigarette ai minori, giochi d’azzardo banditi a meno di 500 metri da scuole e ospedali e una tassa sulle bibite zuccherate, giusto per fare degli esempi.
La strada è certamente lunga, la proposta di Balduzzi è allo stato embrionale, una bozza che andrà discussa e che, probabilmente, subirà qualche cambiamento. Chissà se per il territorio nostrano, stando anche agli ultimi dati riguardanti il gioco d’azzardo, con la provincia di Monza e Brianza che registra un’impennata del 52,9% sul fronte scommesse, il provvedimento che allontana i centri ospedalieri e scolastici dalle sale da gioco possa rappresentare una pezza rispetto al fenomeno e alla ludopatia. Piuttosto scettico è Massimo Clerici, primario Psichiatria ospedale San Gerardo di Monza.
«È ridicolo pensare – commenta Clerici – di controllare il problema con uno spostamento di 500 metri delle sale da gioco, si ripercorrono semplicemente delle politiche di tipo proibizionista. I ragazzi prendono la macchina e comprano la droga, non vedo perché non potrebbero fare altrettanto per giocare d’azzardo. Questi problemi si risolvono con azioni culturali e cliniche, implementando i servizi e le opportunità di cura. Qual è la situazione a Monza? Nel mio reparto non ci sono indicazioni di crescita, mentre la dipendenza da gioco è decisamente marcata tra i detenuti».