Monza: sfruttamento della prostituzione. Condannati due romeni

Monza-Milano: rapivano o compravano a peso minorenni, rapivano giovani donne o approfittavano della loro ingenua voglia di costruirsi un futuro lontano dalla Romania, per poi ridurle in schiavitù, picchiarle e obbligarle alla prostituzione. Arrestati nel 2010 insieme ad altre 40 persone, M. S. e M. M. E., sono stati condannati rispettivamente a 20 e 16 anni carcere.
Monza-Milano: rapivano o compravano a peso minorenni, rapivano giovani donne o approfittavano della loro ingenua voglia di costruirsi un futuro lontano dalla Romania, per poi ridurle in schiavitù, picchiarle e obbligarle alla prostituzione. Arrestati nel 2010 insieme ad altre 40 persone, M. S. e M. M. E., sono stati condannati rispettivamente a 20 e 16 anni carcere.
Era il maggio del 2008 quando grazie ad un’operazione di controllo, i carabinieri del Norm e della Compagnia di Monza, si erano accorti della radicata presenza di un gruppo criminale dedito alla prostituzione al confine con Milano e Cinisello. Lo stesso gruppo, formato da circa 40 persone, si era addirittura suddiviso il territorio, le strade, con tanto di diritto di prelazione per l’esercizio della professione. Scattata l’indagine, denominata “Fata”, i lavori per gli investigatori sono durati oltre due anni.
Nel giugno 2010, con la collaborazione della Polizia Rumena e di Interpol, i carabinieri hanno arrestato i responsabili. Tra loro anche M. S. e M. M. E, che erano a capo della banda e fautori delle regole di reclutamento e trattamento delle lucciole. Le ragazze venivano adescate o comprate in patria con false promesse di lavoro in Italia ma, all’occorrenza, venivano anche rapite da orfanotrofi e centri di accoglienza. Una volta in territorio italiano, avevano poco da fare. Venivano violentate e picchiate, se si rifiutavano di collaborare, ed obbligate a stare sulla strada per ore ed ore consecutive.
In uno stralcio di intercettazioni telefoniche, tra due dei gestori della rete, si evince una pratica di “convincimento” a dir poco brutale. Ad una delle ultime ragazze prelevate in Romania, non predisposta a cedere al lavoro di strada, i suoi aguzzini hanno rotto un braccio e, dopo averla picchiata, l’hanno fatta restare nuda e con i piedi in una bacinella d’acqua su un balcone, a dicembre.
La particolare ferocia e le modalità di reperimento delle ragazze, trattare come schiave e in più circostanze definite “maialini” o “coniglietti”, con tanto di peso annesso nella descrizione, hanno indotto la Procura di Milano a chiedere pene esemplari. Il 19 dicembre scorso, la Sezione Prima della Corte d’Assise del Tribunale di Milano, ha condannato M. S. e M. M. E a 20 e 16 anni di carcere, oltre che all’abbandono immediato del suolo italiano, a pena scontata.