“Chi inquina, paga”. Ecologisti e Reti Civiche contro Lombarda Petroli

“Chi inquina, paga”. È semplice, diretto e deciso, lo slogan degli “Ecologisti Reti-Civiche” Monza e Brianza, che martedì mattina hanno presidiato, in piccolo gruppo, il Tribunale di Monza, all’interno del quale si è tenuta l’udienza preliminare del processo per il disastro “Lombarda Petroli”, lo sversamento di olii combustibili che due anni e mezzo fa ha devastato le acque del fiume Lambro.
“Chi inquina, paga”. È semplice, diretto e deciso, lo slogan degli “Ecologisti Reti-Civiche” Monza e Brianza, che martedì mattina hanno presidiato, in piccolo gruppo, il Tribunale di Monza, all’interno del quale si è tenuta l’udienza preliminare del processo per il disastro “Lombarda Petroli”, lo sversamento di olii combustibili che due anni e mezzo fa ha devastato le acque del fiume Lambro.
“Speriamo che l’esercizio della funzione del tribunale vada fino in fondo – dichiara Roberto Albanese, Presidente Reti Civiche – vogliamo che sia risarcita la cittadinanza e il fiume”. In una sola notte, da mano ancora ignota ma, secondo la Procura di Monza, spinta dai fratelli Tagliabue, titolari della ex raffineria di Villasanta, tonnellate di idrocarburi hanno invaso le fogne, intasato il depuratore e sono finite nel Lambro, arrivando fino al Po. “È stata un’azione spinta da motivi sporchi – prosegue Albanese – le istituzioni potevano fare di più, dovevano fare di più. Si deve far luce sulla tragedia, vanno migliorate le procedure di emergenza, che non furono messe in atto in fretta e non riuscirono a bloccare l’onda nera”.
Gli Ecologisti chiedono anche il riconoscimento di danno morale “Ci sono ricerche internazionali che evidenziano gli effetti negativi di un disastro ecologico sulla comunità – spiega Albanese – Per questo chiediamo che il processo, insieme al danno ecologico e patrimoniale, consideri anche il danno morale, il cui doveroso risarcimento sia destinato a iniziative di educazione ambientale”. A costituirsi parte civile al processo, è arrivata la Provincia di Monza e Brianza, con una richiesta di risarcimento di 85000 euro. Nell’atto depositato dall’Avvocatura Provinciale sono esposte le ragioni della costituzione, con particolare riferimento al ruolo di tutela del territorio e dell’ambiente assegnato alle Province dal Testo Unico degli Enti Locali. La richiesta di indennizzo è stata calcolata sulla base dei danni patrimoniali diretti, tra cui quelli per sostenere le improvvise e necessarie fasi di emergenza. Oltre a ciò, la Provincia ha chiesto altri 100.000 per il “detrimento e lesione al ruolo e all’immagine istituzionale della Pubblica Amministrazione”.