Scandalo sanità lombarda, spunta il nome del direttore del San Gerardo

11 ottobre 2012 | 15:22
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Scandalo sanità lombarda, spunta il nome del direttore del San Gerardo

beretta-francesco-san-gerardo“Voi andate alle Bahamas…Dovete restare più sui problemi concreti”. Sarebbero queste, secondo gli stralci di interrogatorio di Costantino Passerino (fondazione Maugeri), riportate dal Corriere della sera, le parole con cui Francesco Beretta, attuale Direttore Generale del San Gerardo di Monza ed ex direttore generale dell’assessorato alla Sanità regionale, avrebbe invitato lo stesso Passerino a rivolgersi a Cova, per poi arrivare a Daccò e Simone e risolvere i problemi della Fondazione, rispetto all’erogazione di fondi richiesta a Regione Lombardia.

beretta-francesco-san-gerardo“Voi andate alle Bahamas…Dovete restare più sui problemi concreti”. Sarebbero queste, secondo gli stralci di interrogatorio di Costantino Passerino (fondazione Maugeri), riportate dal Corriere della sera, le parole con cui Francesco Beretta, attuale Direttore Generale del San Gerardo di Monza ed ex direttore generale dell’assessorato alla Sanità regionale, avrebbe invitato lo stesso Passerino a rivolgersi a Cova, per poi arrivare a Daccò e Simone e risolvere i problemi della Fondazione, rispetto all’erogazione di fondi richiesta a Regione Lombardia.

E’ tutto a pagina 21 del Corriere dello scorso martedì, un insieme di dichiarazioni che in giornate calde come queste, non rendono vita facile a chiunque sia stato travolto dall’inchiesta sulla sanità lombarda, che verte su presunti 60 milioni di euro che Daccò e Simone ricevettero proprio per aver aperto le porte di Regione Lombardia alla Fondazione Maugeri, istituto scientifico sparso in tutta Italia, che nel decennio scorso viveva una difficile fase a causa di un rimborso di 14 miliardi di lire che il Pirellone non gli approvava.

Secondo quanto riferito da Passerino, fu Beretta ad invitarlo a parlare con un suo collaboratore, Cova, che avrebbe aiutato la Maugeri a trovare una soluzione. Sempre secondo l’interrogatorio di Passerino, Cova lo condusse a Simone e Daccò, gli unici capaci di ottenere finanziamenti da 200 milioni di euro in 10 anni.