Monza, la strada ferrata e la passione di un cartografo

21 novembre 2012 | 15:22
Monza, la strada ferrata e la passione di un cartografo

Le carte geografiche di Giovanni Brenna esposte fino al 25 novembre all’Arengario di Monza, offrono l’interessantissima opportunità non solo di conoscere la vicenda umana di questo incredibile personaggio a lungo dimenticato, ma anche di “vedere” come si è modificato il territorio di Monza e della Brianza (e anche di Milano) nel corso dell’Ottocento.

Le carte geografiche di Giovanni Brenna esposte fino al 25 novembre all’Arengario di Monza, offrono l’interessantissima opportunità non solo di conoscere la vicenda umana di questo incredibile personaggio a lungo dimenticato, ma anche di “vedere” come si è modificato il territorio di Monza e della Brianza (e anche di Milano) nel corso dell’Ottocento.

Rimando ai dettagliati pannelli della mostra (e anche alle visite guidate gratuite promosse dall’Associazione culturale Casimiro Teja) la storia di questo cartografo che, dopo anni spesi al servizio dell’esercito in qualità di Ingegnere e Geografo, si è dedicato alla libera professione, tentando la realizzazione, grazie all’ammirevole partecipazione di finanziatori privati, di un Atlante dettagliato della Brianza: un’impresa davvero epica, se si pensa ai grandi e continui mutamenti economici, sociali e – va da sé – geografici che hanno interessato questo territorio nel periodo in questione.

Riguardo alla città di Monza, colpisce per esempio il confronto fra il foglio n.2 (datato 1836) e il foglio n.14, che ne rappresenta l’aggiornamento effettuato nel 1842: uno scarto di pochi anni, durante i quali vennero realizzate la la “Strada ferrata” tra Milano e Monza, la Nuova Strada Postale Militare, ma anche, nel centro storico, la via Ferdinandea (l’attuale via Vittorio Emanuele).

Una particolare attenzione merita anche il foglio dedicato alla Villa Reale di Monza con l’attiguo Parco, che ci svela come era stato concepito proprio il Parco Reale, suddiviso in aree diverse e ben caratterizzate: dalla cascina Frutteto alla Fagianaia Ungherese, dal Serraglio al Rondò della Stella…realtà oggi leggibili a fatica a causa degli interventi compiuti negli anni venti, ma che questa bella mostra ci permette di ricordare.